Organizzazione per la cooperazione di Shanghai lancia mercato comune

Il summit della SCO a Bishkek, in Kirghizistan: “Nel mondo sono in corso dei cambiamenti fondamentali favorevoli alla costituzione di un nuovo ordine mondiale più giusto e multipolare”

Si è tenuto il 26 ottobre a Bishkek, la capitale del Kirghizistan, il summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), un organismo intergovernativo che favorisce lo sviluppo della cooperazione in ambito economico, politico e anche militare tra gli Stati membri. È la più grande organizzazione regionale del mondo in termini di superficie territoriale coperta e di popolazione compresa al suo interno.

Come ha ricordato il primo ministro kirghizo, Akylbek Zhaparov, la SCO è uno dei più “dinamici” territori del mondo, dove attualmente abitano i 3,3 miliardi di persone, ovvero il 42% dell’intera popolazione del Pianeta.

Dell’Organizzazione fanno parte Cina, Russia, Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Kazakistan. Iran, India e Pakistan, mentre Bielorussia, Mongolia e Afghanistan hanno lo status di “osservatori”. Cinque Stati sono i candidati all’adesione alla SCO:  Bangladesh, Vietnam, Iraq, Israele e Siria. La rilevanza strategica di questo organismo nel contesto del continente asiatico, ma più in generale sullo scenario mondiale, è particolarmente importante ed ambisce a competere direttamente con le sfere d’influenza di altri enti come NATO e Unione europea.

Al centro delle discussioni tra i capi di Governo della SCO questa volta si sono trovati i temi della lotta al terrorismo internazionale e l’economia alla luce della prevista costituzione di una specie di “mercato comunitario”. Attualmente il PIL complessivo dei Paesi dell’Organizzazione supera i 45.000 miliardi di dollari in base alla parità di potere d’acquisto.

Kirghizistan, ex Stato-presidente di turno, che ha trasferito la “gestione annuale” della SCO al Pakistan, ha proposto di istituire una banca ad hoc della Cooperazione e dello  sviluppo dell’Organizzazione di Shanghai.  Questa iniziativa è stata appoggiata dal premier del Consiglio di Stato cinese, Li Qiang, secondo il quale “i Paesi della SCO dovrebbero accelerare il processo di ‘rivitalizzazione’ dell’economia della regione”. Inoltre ha suggerito di unire gli sforzi per creare un sistema di trasporti capillare, sicuro ed efficiente. La Cina, tra l’altro, è pronta a promuovere ulteriormente l’iniziativa ” Belt and Road” (Nuova Via della Seta)  in modo da creare dei legami con diversi altri progetti che in questo momento vengono realizzati sia dalla SCO che dai singoli Stati.

Al termine del summit i partecipanti hanno firmato 14 documenti, tra protocolli e memorandum, tra i quali un comunicato congiunto in cui le parti hanno espresso la “volontà di sviluppare ulteriormente la cooperazione politica, economica, commerciale, nonché nei settori della sicurezza globale e regionale, della finanza e degli investimenti, dei legami culturali e umanitari”.

Tra le aree prioritarie sono state indicate lo sviluppo “sostenibile”, la transizione digitale e le infrastrutture. I partecipanti hanno notato che “nel mondo sono in corso dei cambiamenti fondamentali favorevoli alla costituzione di un nuovo ordine mondiale più giusto e multipolare”. È stato anche notato che questi cambiamenti sono “accompagnati da numerose sfide molto pericolose, aggravate da forti tensioni e di aspri conflitti geopolitici”, Crescono “i rischi per l’economia globale”. In questo contesto i Paesi della SCO si sono impegnati a “rispettare i principi generalmente riconosciuti del diritto internazionale e sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite”. È stato sottolineato che “l’uso unilaterale di sanzioni economiche senza un’adeguata approvazione dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è incompatibile con i principi del diritto internazionale”.

I Paesi della SCO hanno deciso di proclamare il 2024 “l’anno dell’ecologia”.  Per quanto riguarda i temi di energia e ambiente, è stata enfatizzata l’importanza di sviluppare la cooperazione tecnologica, destinata a favorire il passaggio alle fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni inquinanti. I settori prioritari da sviluppare saranno l’eolico e il solare, ma anche le centrali idroelettriche, nucleari e all’idrogeno. In questo ambito i Paesi della SCO si sono impegnati a elaborare un piano congiunto di cooperazione energetica fino al 2030 e di creare un hub energetico regionale, che terrà conto delle iniziative cinesi presentate nel programma “Belt and Road”.