Entro il 2030 i cambiamenti climatici uccideranno 1,3 milioni di persone in tutto il mondo
Si moltiplicano i segnali allarmanti in vista dell’apertura il 30 novembre prossimo a Dubai della COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Questa volta sono stati gli esperti di OXFAM a puntare il dito accusatore contro i Paesi più ricchi del mondo, definiti come “veri responsabili” dell’inquinamento globale.
Il Comitato di Oxford per scongiurare i pericoli della fame (Oxford Committee for Famine Relief, OXFAM) è una Confederazione internazionale di organizzazioni non profit, che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo. In un nuovo rapporto, pubblicato appunto in occasione della prossima COP28, gli esperti di OXFAM hanno reso pubblico che “nel 2019, l’1% più ricco – in termini di reddito – della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni nell’atmosfera di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ovvero due terzi dell’umanità”.
L’inquinamento mette a serio rischio la realizzazione dell’obiettivo fondamentale posto dall’Accordo di Parigi sul clima, cioè quello di “contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi Centigradi, rispetto al periodo preindustriale”.
Nel rapporto di OXFAM le previsioni drammatiche di certo non mancano: in particolare viene affermato che le emissioni inquinanti “minacciano di mietere 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030”. Tutte queste vittime potranno essere evitate “con un radicale e immediato cambio di rotta” dello sviluppo industriale dell’umanità.
“I super-ricchi – ha detto Francesco Petrelli, portavoce di OFAM Italia – stanno saccheggiando e inquinando il pianeta e di questo passo finiranno per distruggerlo, lasciando l’umanità a fare i conti con ondate estreme di calore, inondazioni e siccità sempre più frequenti e devastanti”.
In termini più concreti OXFAM ha indicato che l’1% più ricco del pianeta (77 milioni di persone) è stato responsabile del 16% delle emissioni globali di CO2 e inquina in media in un solo anno, quanto inquinerebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità.
Tra le proposte avanzate da OXFAM, per dare una risposta sia alla crisi climatica che all’acuirsi dei divari economici e sociali, c’è l’introduzione di “un’imposta progressiva sui grandi patrimoni.
“Abbiamo bisogno di garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo, senza lasciare indietro nessuno e senza produrre ulteriori divari nelle società. – ha detto ai giornalisti Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di OXFAM Italia –. Senza pretesa di rappresentare una panacea, un’imposta progressiva sui grandi patrimoni può generare risorse considerevoli per la decarbonizzazione dell’economia e per affrontare al contempo i crescenti bisogni sociali – salute, istruzione, contrasto all’esclusione sociale – che stentano a trovare oggi una risposta adeguata. Un tributo in grado di garantire maggiore equità del prelievo fiscale e una prospettiva di futuro dignitoso per chi ne è oggi privato”.