Pakistan, duri scontri di piazza per scarcerazione di Imran Khan

Dopo giorni di proteste in Pakistan la situazione starebbe tornando alla normalità

Sta tornando alla normalità la situazione a Islamabad, secondo quanto riportano i media locali, dopo due giorni di proteste e scontri di piazza.

Il ministro degli Interni pachistano, Mohsin Naqvi, spiega che le proteste sono state sedate, che i mezzi pubblici ricominceranno a funzionare, sarà ripristinato il servizio internet e per il 28 novembre è prevista la riapertura delle scuole.
Il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) aveva iniziato le proteste il 24 novembre con la richiesta di abrogare alcuni emendamenti costituzionali recentemente approvati e di rilasciare i prigionieri politici tra cui Imran Khan, fondatore del PTI ed ex primo ministro. I manifestanti contestavano anche le elezioni di febbraio 2024.

Imran Khan, che prima della sua carriera politica era una stella del cricket, è stato arrestato oltre un anno fa con decine di capi di accusa che secondo i suoi sostenitori sono immotivati e rappresentano una persecuzione politica.

Il primo ministro Shehbaz Sharif ha definito come estremisti i manifestanti e ha richiamato esercito e polizia che hanno avuto duri scontri con i manifestanti. Almeno 500 attivisti sono stati arrestati. Il 26 novembre i manifestanti erano arrivati fino al quartiere di Isamabad dove hanno sede le istituzioni del Paese e sono infine stati dispersi poco prima di arrivare alla piazza D-Chowk; il ministro dell’Interno ha parlato di 7 morti, tra cui 4 paramilitari e un poliziotto.