Pakistan, gli avversari di Imran Khan hanno un accordo per il Governo

I candidati sostenuti dall'ex premier, oggi in carcere, erano risultati vincitori a sorpresa alle elezioni dell'8 febbraio ma non governeranno

IL Pakistan avrà un governo di coalizione. La Lega musulmana del Pakistan (PML-N) e il Partito Popolare Pakistano (PPP) hanno trovato un accordo il 13 febbraio per formare un esecutivo che esclude i candidati indipendenti sostenuti dall’ex primo ministro Imran Khan, che avevano ottenuto la maggioranza dei consensi nelle elezioni dell’8 febbraio 2024.

Il premier designato è l’ex primo ministro Shehbaz Sharif (PML-N) e il Partito Popolare Pakistano (PPP) ha dichiarato martedì che lo sosterrà mettendo così la parola “fine” alla situazione di stallo che è seguita alle elezioni. Queste due formazioni sono rispettivamente la seconda e la terza più votate. Il PML-N ha ottenuto 80 seggi, il PPP 54, e hanno così la maggioranza semplice (134 seggi su 264) ma con l’appoggio di altre formazioni minori Sharif è convinto di poter contare sui 2/3 del parlamento. I candidati indipendenti sostenuti dall’ex premier Imran Khan, attualmente in carcere, avevano invece ottenuto 92 seggi ma non hanno potuto formare un governo perché hanno corso in solitaria e non come un partito. Il Partito per la giustizia (PTI) era infatti stato dichiarato illegale dalla Corte suprema pakistana prima delle elezioni. Avrebbero in ogni caso dovuto fare alleanze per avere “i numeri”

Ora, quindi, gli accordi delle forze di minoranza convergono su Shehbaz Sharif, che era già stato primo ministro tra l’aprile del 2022 e l’agosto del 2023. Il PML-N è anche il partito del più volte premier pakistano, Nawaz Sharif, fratello di Shehbaz, formazione che gode dell’appoggio dell’esercito, forza che ha un gran potere e una grande influenza nella vita politica ed economica di Islamabad.

Nell’accordo per la formazione del governo, per il PPP ci sarà i ruolo di presidente del Pakistan che sarà ricoperto da Asif Ali Zardari, alla guida del partito popolare insieme al figlio Bilawal Bhutto Zardari.

Il nuovo esecutivo ha davanti sfide importanti, su tutte quella economica. Il Pakistan, con 241 milioni di abitanti, è il secondo più grande stato musulmano e sta affrontando una grave crisi economica caratterizzata da una lenta crescita dell’economia accompagnata da un’inflazione da record (attorno al 30%). Il tutto in un quadro di instabilità politica e sociale, a cui ha contribuito anche l’incarcerazione di Imran Khan e la messa fuori legge del suo partito.

Nell’estate 2023 il Paese era stato vicino al default sovrano e in quell’occasione era intervenuto il Fondo monetario internazionale con un salvataggio da 3 miliardi di dollari. Il progetto di aiuti terminerà a marzo e il Paese ha bisogno di stabilità politica per negoziare un nuovo accordo.