Panama, si è insediato il nuovo presidente: subito stretta sui migranti

Siglato un memorandum di intesa con gli USA che copriranno i costi dei rimpatri, lo scorso anno in 500.000 sono passati dal Paese in direzione USA

Si è svolta il 1 luglio 2024 la cerimonia di insediamento di Josè Raul Mulino come nuovo presidente di Panama. Mulino, esponente del partito Realizando metas (RM) era uscito vincitore dalle elezioni del 5 maggio 2024 con il 34,23% dei voti conto il 24,59% di Ricardo Lambrana di Movimento otro camino e Martín Torrijos del Partido popular con il 16,03%. Il Partido revolucionario democrático che esprimeva il governo uscente si era classificato solo al sesto posto con meno del 6% delle preferenze.

Il punto forte  del discorso di José Raúl Mulino, che governerà fino al 2029, riguarda i migranti, un problema “umanitario e ambientale”.  “Panama non sarà più un luogo di transito per i clandestini, non permetterò la complicità locale”.

Nel 2023, secondo quanto riporta Reuters, oltre mezzo milioni di migranti ha rischiato la vita, attraverso trafficanti di esseri umani per  attraversare il Darien Gap, la fitta giungla situata al confine tra Panama e Colombia. Secondo l’ANSA per il 2024 siamo già a quota 200.000 migranti, per lo più di nazionalità venezuelana mentre si teme che per la fine del 2024 si possa arrivare (stime UNICEF) a 800.000.

“Non possiamo continuare a finanziare i costi economici e sociali che la massiccia immigrazione clandestina genera per il Paese, insieme al conseguente collegamento delle organizzazioni criminali internazionali”, ha spiegato Mulino che ha firmato un memorandum di intesa con gli USA per chiudere quel passaggio con Washington che coprirà i costi per il rimpatrio degli immigrati che entrano illegalmente a Panama. “Chiedo alle nostre forze di sicurezza di applicare la legge di conseguenza, nel rigoroso rispetto dei diritti umani e nell’adesione alla difesa degli interessi del nostro Paese”, ha  concluso Mulino.