Papa Francesco parte per la Mongolia. Sarà il primo Pontefice in questa terra tra Russia e Cina

Papa Francesco partirà per la Mongolia il 31 agosto in aereo alle 18.30 da Fiumicino e in 9 ore e mezzo di volo sorvolerà, tra gli altri, Georgia, Azerbaigian e Cina. Il Pontefice atterrerà nella capitale Ulanbaatar nell’aeroporto internazionale di Chinggis Khaan, dove sarà accolto dal ministro degli Esteri e da una giovane donna, che gli offrirà una coppa di yogurt secco, dono tipico del Paese. Il primo giorno sarà dedicato agli appuntamenti istituzionali: la mattina con le autorità civili, tra cui il presidente, Ukhnaagiin Khürelsükh, e il primo ministro; il pomeriggio con vescovi, sacerdoti, missionari consacrati.

Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha presentato il 43-mo viaggio apostolico di Papa Francesco in Mongolia, che si terrà in questo Paese asiatico da domani, 31 agosto, al 4 di settembre. Sarà il primo Papa a visitare queste terre, incastonate tra la Russia e la Cina. Il programma della visita apostolica prevede una serie di incontri con i rappresentanti delle istituzioni e della Chiesa cattolica. L’evento centrale del programma sarà la Messa, che il Pontefice celebrerà domenica 3 settembre nello stadio “Steppe Arena”, a Ulan Bator, la capitale mongola. Alla Messa, che diventerà un evento interreligioso, è attesa la partecipazione dei 1.500 fedeli locali più un migliaio di credenti cattolici, ortodossi, buddisti e musulmani in arrivo dai Paesi vicini. Tra questi: Russia, Cina, Thailandia, Kazakhstan, Kirghizistan, Azerbaigian e Vietnam.
Come ha sottolineato il portavoce Matteo Bruni, “sarà un viaggio tra le grandi steppe e le piccole Ger, le tipiche tende con le colonne di legno e le pareti in feltro, simbolo della vita nomade della popolazione, appassionata, pacifica e con una vocazione al multilateralismo e alla cura dell’ambiente dopo il pericoloso smottamento minerario del suolo”. In Mongolia appena lo 0,02% della popolazione si professa cattolica e appartiene ad un “piccolo gregge” rinato dopo il crollo del comunismo nel 1992. Sarà un viaggio con un’unica tappa nella capitale Ulan Bator, o Ulanbaatar (Eroe rosso in lingua mongola).
L’agenzia di stampa Vatican News ricorda che “si tratterà del 43-mo viaggio apostolico del Pontefice argentino, il 61-mo del pontificato, il primo di un Papa in questa cerniera asiatica stretta tra Russia e Cina, Paese quest’ultimo che Jorge Mario Bergoglio attraverserà sul volo di andata e di ritorno e per il quale è previsto un telegramma al presidente cinese, Xi Jinping”.
Secondo Bruni, il cuore dell’intero viaggio di Papa Francesco sarà l’incontro con la piccola comunità cattolica: “Il Papa si reca in Mongolia per parlare principalmente a loro, rivolgerà parole di incoraggiamento e di speranza a questa bella realtà che offre un importante contributo nei campi del vivere umano”, ha detto Bruni, ricordando le radici di questa Chiesa che, di fatto, vive oggi le sue origini seppur si registrino contatti col mondo latino già nel 1200 e pure uno scambio epistolare tra il figlio di Gengis Khan e Papa Innocenzo IV. Risale all’inizio del IV secolo la nomina del primo vescovo, quando l’impero mongolo comprendeva una parte della Cina; poi, nei secoli la presenza dei cristiani nell’area si è quasi diradata, fino a sparire del tutto durante gli anni del regime comunista. È dal 1992 che la Chiesa è stata “riammessa” e “invitata a una presenza”, rinvigorita in questi ultimi trent’anni dall’opera grandiosa dei missionari, in primis i Missionari della Consolata, congregazione a cui appartiene il primo e unico cardinale della Mongolia, Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulanbaatar, che ha ricevuto la porpora nel Concistoro dello scorso anno.
Sempre domenica 3 settembre, il Papa presiederà un evento ecumenico e interreligioso nell’Hun Theatre: vi prenderanno parte rappresentanti di sciamanesimo, scintoismo, buddismo, islam, ebraismo, induismo e altre confessioni. “Un segno della vocazione alla convivenza pacifica che – ha sottolineato Matteo Bruni – da decenni caratterizza il popolo mongolo”. Saranno presenti allo stesso incontro anche osservatori del governo ed esponenti del mondo universitario, ha riferito il portavoce vaticano.