Ma la maggioranza a sostegno del politica tedesca è più debole
Il Parlamento dell’Unione europea ha approvato il 27 novembre il secondo mandato di Ursula von der Leyen e la sua Commissione.
La plenaria di Strasburgo ha approvato con con 370 voti a favore, 282 contro e 36 astenuti (688 votanti su 719 membri), con una perdita generale di consensi seguita all’apertura a destra. Il 18 luglio von der Leyen era stata rieletta presidente della Commissione con 401 voti a favore: oggi, dopo l’apertura ai conservatori di ECR ne ha presi 31 in meno.
Von der Leyen ha individuato nella “libertà” il valore chiave che deve guidare l’Unione europea: “Perché la lotta per la libertà ci unisce come europei. Il nostro passato e il nostro presente. Le nostre nazioni e le nostre generazioni. Per me, questa è la ragion d’essere della nostra Unione e rimane oggi più che mai la sua forza motrice”.
Dopo aver ha ringraziato gli eurodeputati per la fiducia ha esplicitato i macro obiettivi del nuovo esecutivo: “La Bussola si baserà sui tre pilastri del rapporto Draghi. Il primo è chiudere il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Il secondo è un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività. Il terzo è aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze”
Quindi von der Leyen ha parlato di sette punti su cui sarà concentrata l’attenzione nei prossimi 100 giorni: un Clean Industrial Deal, un Libro bianco sulla difesa europea, un’iniziativa sulle fabbriche di intelligenza artificiale, un piano d’azione sulla sicurezza informatica per le infrastrutture sanitarie, una visione per l’agricoltura e l’alimentazione, le revisioni della politica di allargamento e i dialoghi sulle politiche giovanili.