Per la Corea del Sud nel mondo è in corso la guerra totale dei microchip

Politico: Il Segretario di Stato Usa, Anthony Blinken potrà visitare Pechino, la settimana prossima

Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-Yeol: “La concorrenza tra le industrie dei semiconduttori ha preso forme estremamente esasperate e accanite”. Il tema potrà essere discussa durante la visita di Anthony Blinken a Pechino la settimana prossima.

“La rivalità nel mondo per il dominio del settore dei semiconduttori ha preso forme di estrema e accanita concorrenza. Le società sudcoreane non sono in grado di affrontare tale competizione spietata da sole”, ha dichiarato il presidente della Corea del Sua, Yoon Suk-Yeol , in un’intervista all’agenzia stampa “Yonhap”.
“La concorrenza per i semiconduttori è la guerra industriale vera e propria. E la guerra totale, che è in corso a livello delle Nazioni del mondo”, ha sottolineato il presidente sudcoreano.
Il maggiore rischio per il business rappresentano i problemi di carattere geopolitico. Il business da solo non è in grado di risolvere questi problemi globali, che invece devono essere fronteggiate dallo Stato, tramite il potenziamento dei canali di collaborazione e di comunicazione con gli Stati Uniti e con tutti gli altri Paesi-amici di Seoul.
Negli ultimi 20 anni i produttori della Corea del Sud hanno svolto il ruolo di primissimo piano nella produzione di microchip di memoria, ma ora si sono trovati di fronte alla concorrenza estera e anche le negative conseguenze della rivalità tra la Cina e gli Stati Uniti. Secondo i dati diffusi dall’Amministrazione presidenziale di Seoul “i prodotti dell’industria dei semiconduttori costituiscono il 20% delle esportazioni della Corea del Sud”. Nel 2022 gli investimenti nelle sofisticate attrezzature per la produzione dei microchip hanno totalizzato il 55% del totale degli investimenti in questo Paese.
Il 7 ottobre del 2022 il ministero del Commercio degli Usa ha messo al bando la vendita alla Cina dei più moderni e sofisticati microchip, delle attrezzature, dei componenti e anche del software utilizzati per la loro produzione. Sono stati imposti dei controlli particolarmente severi per tutto ciò che riguarda l’intelligenza artificiale e il potenziale utilizzo dei prodotti “made in Usa” nell’industria cinese della difesa.
La decisione dell’Olanda e del Giappone di aderire alla politica sanzionatoria di Washington ha colpito duramente l’industria di microelettronica della Cina. E questo perché la società olandese ASML Holding NV e quella nipponica, la Tokyo Electron Ltd., sono entrambe considerate di “importanza strategica” affinché Washington riesca a implementare in piena misura le proprie sanzioni contro Pechino.
Il 23 maggio scorso, nel corso dei colloqui con il ministro degli Esteri olandese, Wopke Hoekstra, il capo della diplomazia cinese, Qin Gang, si è rivolto con l’appello affinché il Governo dell’Olanda permetta l’export della produzione della ASML Holding NV verso la Cina. Successivamente Qin Gang ha detto al suo omologo giapponese, Yoshimasa Hayashi, che “Tokio non deve sostenere la politica degli Stati Uniti, volta a ostacolare la produzione dei microchip in Cina”.
Per dare più peso alle proprie parole lo scorso maggio Pechino ha imposto restrizioni sull’importazione dei chip prodotti dall’azienda americana Micron, vietando alla aziende cinesi di importare semiconduttori e chip provenienti dall’azienda statunitense poiché – come si è letto nella nota speciale del Dipartimento della Sicurezza Nazionale Cinese con la carica alla sicurezza informatica – “i prodotti della Micron hanno dei potenziali problemi di sicurezza e rappresentano un grave rischio per la sicurezza dell’infrastruttura informatica critica della Cina e minacciano la sicurezza nazionale cinese”.
La decisione di Pechino è stata duramente criticata da Washington. Il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha denunciato “l’incoerenza cinese rispetto ai proclami di apertura totale per i rapporti commerciali, chiari e rispettosi delle regole”.
Ci si aspetta che il tema caldo della “guerra dei semiconduttori” sarà toccato durante la visita del Segretario di Stato americano, Antony Blinken, che secondo alcune fonti internazionali, tra cui “Politico”, potrà recarsi a Pechino già la settimana prossima.