Il Paese si sprofonda in una crisi politica senza precedenti. Il vincitore del primo turno annullato, Calin Georgescu: “È un golpe”. In Italia la Lega: “Annullare il voto democratico perché il risultato non è gradito a Bruxelles, e a certi potenti come Soros, è un precedente allarmante e molto pericoloso”.
Calin Georgescu (nella foto), il candidato indipendente alle presidenziali in Romania, ha definito “un colpo di Stato” la decisione della Corte costituzionale di annullare il primo turno del voto. Domenica, 8 dicembre, era previsto il ballottaggio tra Georgescu, che era arrivato in testa al primo turno con il 22,95% dei voti favorevoli, e la candidata filo-europea, Elena Lasconi, che era riuscita a conquistare al primo turno il 19,18% delle preferenza degli elettori.
La clamorosa decisione della Corte costituzionale romena di annullare il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali ha cambiato radicalmente gli scenari politici nel Paese dell’Europa sud-orientale che ora sta sprofondando in una crisi politica senza precedenti.
Georgescu, meno conosciuto al pubblico prima delle elezioni del 24 novembre, sarebbe stato promosso in maniera inconsueta tramite i canali social, soprattutto nei video corti, pubblicato sulla piattaforma TikTok. Il volume di visualizzazioni dei video di Georgescu hanno fatto scattare dei campanelli d’allarme tra le autorità di sicurezza della Romania, che hanno avviato indagini sulle modalità di campagna elettorale del candidato.
L’annullamento della prima tornata delle presidenziali è avvenuto dopo la desecretazione di documenti riservati sulla sicurezza, relativi a presunte ingerenze straniere – tra le righe si legge come sempre il nome della Russia – sulla campagna elettorale condotta su TikTok da Georgescu, vincitore a sorpresa del primo turno.
Secondo i risultati dei recenti sondaggi d’opinione, al secondo turno delle presidenziali, il candidato indipendente e filorusso, Georgescu, potrebbe conquistare il 57,8% dei voti favorevoli, mentre per Lasconi, voterebbe il 42,2% degli elettori romeni.
“Lo Stato romeno ha preso la democrazia e l’ha calpestata. La decisione della Corte costituzionale rappresenta molto di più di una controversia giuridica. È ufficialmente un colpo di Stato”, ha dichiarato Georgescu ai giornalisti.
Critico nei confronti dell’Unione europea e della NATO, il 62enne ex alto funzionario romeno ha ribadito ai media di essere a favore di un blocco totale degli aiuti militari all’Ucraina. Allo stesso tempo se in passato Georgescu aveva espresso la sua ammirazione per il presidente russo, Vladimir Putin, di recente ha invece evitato di prendere una posizione chiara, limitandosi a dire di essere “a favore della Romania”.
“In questo giorno lo Stato rumeno ha calpestato la democrazia. La decisione della Corte è praticamente un colpo di stato ufficiale. Insieme alle persone abbiamo fatto quello che dicevamo: abbiamo scritto la storia. È giunto il momento di dimostrare che siamo un popolo coraggioso. La democrazia è sotto attacco. Vediamo leader di partito che temono che i dossier vengano alla luce. In questo giorno il sistema corrotto ha stretto un patto con il diavolo”, ha sottolineato Georgescu, promettendo di “presentare un ricorso contro la decisione della Corte costituzionale” di annullare i risultati delle presidenziali del 24 novembre che lo davano come vincitore.
“Ovviamente andremo in Alta Corte, questo è chiaro. Le azioni sono già in corso. Conosciamo la posizione della Corte, se su 19 milioni decidono 9 persone, è già chiaro. Tutto ciò non ha più importanza. È stata presa la decisione che tutto fosse in ordine e due giorni prima si decide di annullare. Il popolo rumeno è sovrano e rimarrà sovrano, non importa come vorrà fermarmi. Non potranno fermarmi e non potranno fermare il popolo romeno. Abbiamo fatto la storia, non possono cancellare la storia. Il mondo intero osserva la Romania dopo questa barbara decisione”, ha dichiarato Georgescu, mentre le autorità della Romania hanno lanciato un attacco frontale contro il candidato indipendente.
Sabato mattina (7 dicembre, per chi legge) sono state avviate delle perquisizioni “in relazione ai reati di corruzione di elettori, riciclaggio di denaro e falsificazione informatica”. Lo ha annunciato la Procura generale romena, secondo la quale le perquisizioni si svolgono in sei abitazioni a Bucarest, la capitale della Romania, e nella contea di Ilfov contro alcune persone sospettate di essere legate a Georgescu e accusate di “promuovere l’ideologia fascista e di incitare all’odio sui social network”
Il leader del principale partito di estrema destra AUR, George Simion, ha denunciato una decisione “che annulla la volontà del popolo rumeno”, ma ha invitato i suoi sostenitori a calmarsi, a “non scendere in piazza” perché “il sistema deve cadere democraticamente”.
Immediata e quanto dura è stata la reazione del partito italiano Lega Lombarda: “La Lega segue con grande rispetto e viva preoccupazione quanto sta accadendo in Romania: annullare il voto democratico perché il risultato non è gradito a Bruxelles, al politicamente corretto e a certi potenti come Soros, è un precedente allarmante e molto pericoloso”, ha scritto in un comunicato il partito della coalizione al governo italiano.