Radiotelevisione svizzera: quello del generale Kirillov è l'ultimo caso di una lunga serie degli omicidi mirati dell’SBU ucraino
Il Servizio di sicurezza federale della Russia (FSB) ha arrestato il presunto colpevole dell’omicidio del generale Igor Kirillov, comandante delle truppe di difesa radiologica, chimica e biologica delle Forze armate russe, e del suo assistente, il tenente, Ilja Polikarpov. I militari russi erano stati uccisi martedì, 17 dicembre, in un attentato dinamitardo, subito rivendicato dai servizi segreti ucraini (SBU).
In un comunicato stampa l’FSB ha annunciato che “è stato arrestato un cittadino della Repubblica dell’Uzbekistan, nato nel 1995, che ha fatto saltare in aria un ordigno esplosivo”. Secondo il comunicato “il terrorista era stato reclutato dei servizi segreti ucraini che hanno promesso di pagare dopo l’omicidio 100.000 dollari e di organizzare una fuga sicura in un Paese membro dell’Unione europea”.
Il “no” delle Nazioni Unite di condannare l’omicidio del generale Igor Kirillov ha suscitato un forte reazione negativa del Cremlino: il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova (nella foto), ha accusato l’ONU di doppi standard e di approvazione silenziosa dei crimini ucraini. L’attentato in cui è rimasto ucciso il generale Kirillov è “il risultato dell’approvazione occidentale dei crimini di guerra dei militanti del regime di Kiev”, ha dichiarato il rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo. Secondo Zakharova “l’indagine stabilirà i dettagli, chi ha ucciso, chi ha ordinato, ma è chiaro che esiste una terza categoria di criminali: chi ha stimolato, chi ha nutrito, chi ha incoraggiato silenziosamente. Chiunque accoglie con favore gli attacchi terroristici o li nasconde deliberatamente è complice”, ha sottolineato il diplomatico russo.
Intanto la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) ha dedicato al cruento attentato di matrice terroristica ucraina un articolo molto dettagliato ed equilibrato, del titolo “La lunga serie degli omicidi mirati dell’SBU”.
“Daria Dugina (nella foto), Vladen Tatarsky e Zakhar Prilepin sono solo le vittime più note finora dei servizi ucraini (SBU), l’ultima, il generale Igor Kirillov, è quella di più alto livello”, scrivono i giornalisti svizzeri, una voce fuori dal coro occidentale, o meglio dire fuori da un silenzioso muro di gomma nel quale come in un buco nero sparisce la verità sul conflitto russo-ucraino.
“Il metodo degli omicidi mirati, targeted killings – sottolinea la RSI -, si è dimostrato efficace in molte occasioni negli ultimi anni e l’intelligence di Kiev è riuscita periodicamente a dimostrare la vulnerabilità russa colpendo singoli bersagli militari e civili, ritenuti obbiettivi legittimi. Il caso di Kirillov arriva dopo che la scorsa settimana sempre a Mosca è stato ucciso Mikhail Shatsky, ingegnere che lavorava allo sviluppo di missili da crociera, come il Kh-59 e il Kh-69, utilizzati dalle forze russe contro l’Ucraina; anche in questa occasione l’omicidio è stato rivendicato dall’SBU. Lo scorso anno, l’11 luglio, il capitano della Marina Stanislav Rzhitsky, è stato ucciso a Krasnodar, colpito a morte mentre faceva jogging. Il 16 novembre del 2023 Oleksandr Slisarenko, vice capo dell’amministrazione militare-civile di Kharkiv insediato dai russi, è stato vittima di un attentato con un’autobomba nella città russa di Belgorod”.
In tutti questi anni i sicari ucraini hanno seguito la cosiddetta tattica a doppio scopo. “La tattica degli obbiettivi mirati segue essenzialmente due scopi, a seconda dei bersagli scelti: se nel caso di Kirillov e Shatsky è evidente la volontà di intervenire direttamente sull’operatività militare russa, in altri casi il targeted killings fa parte della più complessa guerra della propaganda, nella quale vengono appunto coinvolti anche obbiettivi civili”, sottolineano i giornalisti svizzeri, secondo i quali “è stato il modello delle operazioni ucraine che in Russia hanno preso di mira Daria Dugina, Vladen Tatarsky e Zakhar Prilepin”. Il 20 agosto del 2022 la figlia di Aleksandr Dughin, filosofo e scrittore, è stata uccisa vicino a Moscada da una bomba, collocata sotto l’auto su cui viaggiava la giovane donna.
“Lo stesso schema – ricorda la RSI – è stato replicato il 2 aprile del 2023, quando a San Pietroburgo Maxim Fomin, blogger militare conosciuto con lo pseudonimo di Vladlen Tatarsky (nella foto) è stato ucciso in un bar con un pacco bomba”. Il 6 maggio dello stesso anno è stato preso di mira lo scrittore Zakhar Prilepin, che aveva combattuto anche nel Donbass, e una mina anticarro è esplosa sotto la sua automobile, ferendolo gravemente alle gambe e uccidendo la sua guardia del corpo. Secondo i giornalisti svizzeri “sebbene la responsabilità dell’attacco sia stata in un primo momento rivendicata da Atesh, gruppo militante di ucraini e tatari di Crimea, il modus operandi ha rimandato all’ampia regia di Kiev e di Kirill Budanov, dal 2020 capo del servizio militare d’intelligence e vero coordinatore delle operazioni terroristiche ucraine all’estero, sia quelle condotte dai vari dipartimenti della difesa di Kiev, sia dai gruppi militanti nei territori russi”. Il 6 dicembre del 2023 nella capitale russa è stato ucciso Ilya Kiva, politico ucraino prima su posizioni nazionaliste a favore di Kiev e poi passato dalla parte di Mosca, giudicato traditore da parte dell’SBU che ha assunto la responsabilità del suo assassinio.
Anche nei nuovi territori russi di Lugansk, di Donetsk e in Crimea l’SBU attraverso gli omicidi mirati stanno seminando terrore e morte, rappresentando una “spina nel fianco” della Russia. I servizi di Kiev hanno messo a segno numerosi colpi, eliminando comandanti russi e ucraini. “Per alcuni omicidi illustri – scrive infine RSI -, come quello del leader separatista Aleksandr Zakharchenko nel 2018, ucciso da un ordigno esploso in un bar di Donetsk, e quello di Arsenij Pavlov, altro comandante separatista noto come Motorola, morto sempre Donetsk 2016 per un’esplosione avvenuta in ascensore, non ci sono rivendicazioni sicure”. Secondo i giornalisti svizzeri anche dietro questi attacchi terroristici si vede “la matrice dell’intelligence ucraina: nel caso di Motorola una ricostruzione del New York Times ha rivelato nell’estate del 2024 come l’operazione di otto anni fa sia stata condotta da membri dell’SBU”.