Russia: calano le importazioni di vini dai Paesi “ostili”

Servizio doganale federale della Russia: nei 10 mesi del 2024 l’export di vini russi è aumentato del 20% su base annua

Nel periodo gennaio-ottobre del 2024 gli importatori russi hanno ridotto del 33% gli acquisti all’estero dei vini, che sono scesi da 532.400 tonnellate (10 mesi del 2023) a 357.700 tonnellate nell’analogo periodo del 2024. Come ha dichiarato il capo della Direzione per regolamento tariffario del Servizio doganale federale della Russia, Maksim Chmora, il “calo è dovuto all’impennata dei dazi sui vini provenienti dai cosiddetti ‘Paesi ostili’ alla Russia”.

Attualmente i dazi applicati ai vini importati dall’Italia, dalla Francia e da altri Paesi “non amichevoli” è pari al 25%, ma il 7 novembre il vicepremier con la delega all’agricoltura, Dmitrij Patrushev, ha proposto di aumentare i dazi sui vini importati dai “Paesi ostili” fino al 50% e utilizzare i ricavi per lo sviluppo dell’industria del vino della Russia. Nei primi 10 mesi del 2024 le esportazioni di vini russi sono aumentate del 20% rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso, salendo da 1.400 tonnellate a 1.680 tonnellate. In vetta della classifica dei principali Paesi-importatori del vino russo si trova la Cina, che nel periodo indicato ha importato il 48% del totale export vinicolo russo. Al secondo posto c’è la Turchia, seguita dalla Lettonia e da Israele.

Per quanto riguarda le importazioni russe di vini, al primo posto si trova la Georgia, che importa del mosto dai Paesi europei e lo “trasforma” in vini “georgiani”. Grazie a questa operazione poco ingegnosa la quota della Georgia tra gli esportatori dei vini verso la Russia, rispetto all’anno precedente, è aumentata nel periodo gennaio-ottobre del 2024 dal 17% al 25 per cento. La classifica degli Stati che esportano la maggiore quantità di vini in Russia non è cambiata: oltre alla Georgia, al “vero” primo posto si trova l’Italia, seguita dalla Spagna, dalla Francia e dal Portogallo.