Russia: combattimenti accaniti nella regione di Kursk

Aumentano le preoccupazioni per la sicurezza della centrale nucleare di Kursk

La sala operativa della centrale nucleare di Kursk

Si combatte per il quarto giorno consecutivo nei territori russi lungo il confine tra l’Ucraina e la regione di Kursk. Mentre l’esercito russo usa tutte le armi disponibili, dai missili all’aviazione, per bloccare l’avanzata ucraina, i militari di Kiev usano droni da combattimento e l’artiglieria per guadagnare terreno.

Nella notte tra venerdì e sabato (9 e 10 di agosto per chi legge) la difesa aerea russa ha intercettato e distrutto 32 droni lanciati dalle forze ucraine sulla regione di Kursk, ma anche su quella di Yaroslavl, che dista oltre 700 chilometri dall’Ucraina in linea d’aria.

Nella serata di venerdì il Comitato nazionale antiterrorismo della Federazione Russa ha dato il via alle “operazioni antiterrorismo” nelle tre regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk, al confine con l’Ucraina. Secondo un comunicato, diffuso dal Comitato e trasmesso da tutti i canali televisivi della Russia “la decisione è stata presa, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e rimuovere la minaccia di atti terroristici perpetrati dai gruppi sabotaggio del nemico ucraino”.

Come hanno precisato le autorità regionali la proclamazione di operazioni antiterrorismo consente alle forze di sicurezza e all’esercito di applicare “misure straordinarie” come le restrizioni e i divieti di spostamenti, il sequestro di veicoli in circostanze straordinarie, l’interruzione del funzionamento di telefonia mobile e di Internet. Sarà rafforzata la protezione di infrastrutture considerate “strategiche”.

In questo contesto la Russia ha notificato all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) la situazione presso la centrale nucleare di Kursk (“Kurskaja AES”) a seguito all’offensiva ucraina nella regione russa. Secondo l’Agenzia statale russa per l’energia nucleare (“Rosatom”) la centrale nucleare dopo una temporanea riduzione del personale in alcuni settori dell’impianto ha ripreso a funzionare normalmente. Nei pressi dell’impianto erano stati rinvenuti dei frammenti riconducibili ai resti di missili ucraini abbattuti. “Le azioni imprudenti dell’Ucraina non minacciano solo la centrale nucleare di Kursk, ma mettono a rischio l’intera industria nucleare globale”, ha comunicato la Missione permanente russa a Vienna in un messaggio pubblicato su Telegram.

Mentre migliaia di abitanti della regione di Kursk stanno lasciando le zone di combattimenti e vengono trasferite in altri centri abitati sicuri del Paese, il ministero della Difesa della Russia ha annunciato l’invio “massiccio” dei rinforzi alle unità, impegnate nelle ostilità contro le truppe ucraine, soprattutto nel distretto di Sudzha, nella regione di Kursk, dove si trova l’unica stazione rimasta per l’export del gas naturale russo verso l’Europa. Per questo motivo, ha riferito un rappresentante del dicastero, sono stati inviati carri armati e altri mezzi militari cingolati pesanti.

Secondo l’intelligence russa all’offensiva ucraina in corso nella regione di Kursk partecipa una delle unità più efficienti delle Forze armate ucraine, l’80ma brigata autonoma d’assalto, basata a Leopoli, nell’Ucraina occidentale. L’unità ha in dotazione carri armati di concezione sovietica T-64bv, progettati già negli anni Sessanta del secolo scorso e prodotti a Kharkiv, in Ucraina, e anche T-80bvm, entrati in servizio nel 1974. Oltre ai carri armati sovietici la brigata utilizza blindati da combattimento di produzione statunitense “Stryker”, armi leggeri e pesanti prodotti negli Stati Uniti e nei Paesi della NATO. Il 9 agosto Washington ha disposto l’invio all’Ucraina di un nuovo “pacchetto di armi ed forniture militari”. Secondo il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, il pacchetto da 125 milioni di dollari “comprende intercettori per la difesa aerea, munizioni per sistemi missilistici e artiglieria, radar multi missione e armi anticarro”.