I vertici dell'amministrazione presidenziale di Joe Biden e del Dipartimento di Stato hanno visitato l'ambasciata della Federazione Russa a Washington per onorare le vittime dell'attacco terroristico al "Crocus City Hall"
Nelle tenebre del mondo sconvolto dalla violenza, a Washington si è visto un lume di speranza per la ripresa del dialogo tra gli Stati Uniti e la Russia, fattore fondamentale per la sicurezza globale. Con un gesto inaspettato alcuni alti rappresentanti dell’amministrazione presidenziale di Joe Biden, del Dipartimento di Stato USA e alcuni rappresentanti diplomatici dei Paesi della NATO, hanno visitato l’ambasciata della Federazione Russa a Washington per onorare le vittime dell’attacco terroristico a Mosca, costato la vita a 139 persone.
Come ha dichiarato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatolij Antonov, durante questi incontri è stata riconosciuta la necessità di “discutere al più presto la situazione attuale e le prospettive future delle relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti”. I primi contatti sono stati fissati verso la metà della settimana prossima (2-5 aprile) nel corso dei quali l’ambasciatore Antonov chiederà alla parte americana “se le relazioni Russia-USA hanno almeno una minima possibilità di non essere distrutte completamente”.
Lunedì 25 marzo il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha dichiarato per la prima volta che l’attacco terroristico al “Crocus City Hall” è stato compiuto da estremisti islamici. Questa ipotesi sin dall’inizio era stata sostenuta anche da Washington. Durante una riunione per discutere le misure prese dopo l’attentato, il capo dello Stato russo ha detto: “Sappiamo che il crimine è stato commesso da fondamentalisti islamici, la cui ideologia il mondo islamico stesso combatte da secoli”.