Russia-Palestina: Vladimir Putin ha ricevuto al Cremlino Mahmoud Abbas

Al centro dei colloqui si è trovata la ricerca delle soluzioni urgenti per bloccare la pericolosa escalation del conflitto nel Medio Oriente

Mahmoud Abbas e Vladimir Putin

Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (ANP), Mahmoud Abbas (Abu Mazen) che era arrivato lunedì sera (12 di agosto, per chi legge) in Russia in visita ufficiale, si sono incontrati al Cremlino per discutere dello “sviluppo della cooperazione bilaterale” e per scambiarsi delle opinioni sulla “preoccupante escalation” della situazione nel Medio Oriente. I due leader hanno analizzato varie questioni relative allo sviluppo della cooperazione bilaterale, mentre la seconda parte di un vertice durato circa un’ora e mezzo Putin e Abbas si sono scambiati le opinioni sulla situazione del Medio Oriente alla luce della pericolosa escalation del conflitto tra Israele e la Palestina con un’attenzione particolare, dedicata alla catastrofe umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza.

Inizialmente, la visita del leader palestinese nella Federazione Russa era stata prevista per il 15 novembre del 2023, ma è stata rinviata su richiesta della parte palestinese. L’attuale incontro si è svolto non solo sullo sfondo dell’operazione in corso di Israele nella Striscia di Gaza, ma anche dell’assassinio a Teheran di Ismail Haniyeh, ex capo politico di Hamas.

Come hanno sottolineato le fonti palestinesi “la visita di Abbas in Russia è avvenuta nel contesto di un appello rivolto dall’Egitto, dal Qatar e dagli Stati Uniti sia a Israele che al movimento islamista palestinese Hamas affinché “riprendano i negoziati su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”.

Dando il benvenuto ad Abbas Putin ha sottolineato che non esistono alternative a una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese. “La posizione di Mosca – ha detto il leader russo – si basa sulle decisioni delle Nazioni Unite e non cambia: il processo dev’essere portato avanti con insistenza su una base giuridica internazionale universalmente riconosciuta, che preveda l’istituzione dello Stato di Palestina entro i confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale”.

Da parte sua Abbas ha sottolineato che la “Palestina è pronta per una conferenza di pace internazionale”. Abbas ha inoltre notato che la “soluzione strategica della questione risiede nella “concessione al popolo palestinese del diritto alla libertà, all’indipendenza e all’autodeterminazione; nella cessazione di tutte le azioni unilaterali e ostili di Israele in Cisgiordania e a Gerusalemme; nella definizione di tutti gli aspetti dello status della Palestina, che dovranno basarsi sulle decisioni di una conferenza di pace internazionale e nel ritiro completo delle truppe israeliane entro i tempi concordati e sotto il controllo della comunità internazionale”. Abbas ha sottolineato che per raggiungere finalmente una pace stabile e duratura nel Medio Oriente bisogna “portare a termine la realizzazione della decisione, basata sul diritto internazionale, e riguardante la costituzione dei due Stati, nonché garantire il ritiro di Israele dai territori palestinesi occupati nel 1967”.

Il viceministro degli Esteri della Federazione Russa e l’inviato presidenziale per il Medio Oriente, Mikhail Bogdanov, ha sottolineato che durante la visita si è tenuta una serie di importanti discussioni sullo “sviluppo di approcci coordinati per tentare di trovare una soluzione diplomatica alla situazione in corso nella regione e per evitare ulteriori escalation del conflitto, costato la vita a molte decine di migliaia di persone”.

Prime del colloquio con Putin il leader dell’Autorità nazionale palestinese ha deposto una corona di alloro e fiori rossi sulla Tomba del Milite Ignoto e alla Fiamma eterna sotto le mura del Cremlino.

Come ha dichiarato ai giornalisti l’ambasciatore palestinese in Russia, Abdel Hafiz Nofal, dopo il vertice con Putin e prima di ripartire per la Palestina il 14 agosto, Abbas incontrerà gli ambasciatori dei Paesi arabi a Mosca.