l ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov: “Sono loro il vero potere in Afghanistan”
Secondo il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov i talebani sono “il vero potere” in Afghanistan. In un commento rilasciato all’agenzia di stampa TASS il capo della diplomazia russa ha sottolineato che “il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non ha mai proclamato il movimento dei talebani un’organizzazione terroristica” e per questo “rimuoverli dalla lista delle organizzazioni terroristiche rispecchierebbe la realtà oggettiva”.
In precedenza il ministero degli Esteri e il ministero della Giustizia della Russia hanno inviato al presidente del Paese, Vladimir Putin, una lettera in cui hanno scritto che il movimento dei talebani può essere escluso dalla lista russa di organizzazioni vietate. Come ha spiegato ai media il direttore del Secondo dipartimento per l’Asia del ministero degli Esteri russo, Zamir Kabulov la “misura sarebbe necessaria” per riconoscere il Governo talebano: “La proposta viene analizzata. Tutte le considerazioni sono state segnalate all’alta leadership russa. Siamo in attesa di una decisione”, ha detto Kabulov. Per molti osservatori politici i talebani saranno esclusi dalla “lista nera” russa, soprattutto dopo la decisione del Cremlino di invitare una delegazione dei talebani a partecipare al Forum economico internazionale SPIEF che si terrà a San Pietroburgo dal 5 a 8 di giugno.
Kabulov ha sottolineato che negli ultimi tempi Mosca ha sviluppato con Kabul diverse aree di cooperazione, inclusi i settori dell’energia e del commercio. Tradizionalmente, gli afgani sono interessati a sviluppare la cooperazione con la Russia per l’acquisto di prodotti petroliferi, di macchine agricoli, di beni di largo consumo. “La Russia è interessata in Afghanistan per aumentare il transito attraverso il territorio dell’Afghanistan per espandere il commercio con questa regione del mondo molto vasta”, ha detto infine il diplomatico russo. Negli ultimi tempi la Russia ha avviato una serie di consultazioni internazionali riguardo alla costruzione di un gasdotto e di una ferrovia intercontinentale, che attraverso i territori delle repubbliche ex sovietiche dell’Asia Centrale collegherebbero la Russia all’Afghanistan, al Pakistan per arrivare fino ai centri industriali e ai porti dell’India.