Il portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov: “Aumenta di giorno in giorno il coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto in Ucraina e la Russia non può fare altro che prendere in considerazione diverse opzioni per rispondere a questo intervento ostile”
I Paesi della NATO, guidati dagli Stati Uniti, e i loro alleati diventano sempre più coinvolti nel conflitto armato, rifornendo l’Ucraina di armi, di munizioni e di denaro. Per questo motivo il Cremlino ha annunciato per la prima volta, che la Russia sta valutando un possibile declassamento delle relazioni diplomatiche con l’Occidente.
“La questione dell’abbassamento del livello delle relazioni diplomatiche è una pratica standard per gli Stati che si trovano ad affrontare manifestazioni ostili o non amichevoli”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ai giornalisti rispondendo alla domanda sulla possibilità di tale mossa. “A causa del crescente coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto in Ucraina – ha sottolineato Peskov – la Federazione Russa non può fare altro che prendere in considerazione diverse opzioni per rispondere a questo intervento ostile dell’Occidente nella crisi ucraina”.
Per il momento nessuna decisone concreta è stata presa, ma molto dipenderà da una reazione della NATO alla nuova offensiva russa, durante la quale l’esercito russo ha distrutto tre sistemi di lancio di razzi americani Himars e ha eliminato numerosi, ma non meglio precisati “specialisti militari stranieri che li facevano funzionare”. Non è chiaro di quali specialisti stranieri si parli ma secondo alcune indiscrezioni che trapelano da Kiev, si tratterebbe di militari polacchi, che da tempo si trovano in Ucraina in veste di “addestratori” , ma in realtà combattano a fianco degli ucraini. Lunedì, 24 giugno, il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, durante un colloquio telefonico con il capo del Pentagono, Lloyd Austin, aveva parlato di “rischio di un’ulteriore escalation a causa della fornitura di armi americane alle forze ucraine”.