Nei primi dieci giorni di luglio è diminuito di oltre un milione di barili al giorno l’export russo del petrolio. In media nel periodo indicato Mosca ha venduto all’estero 2,8-2,9 milioni di barili al giorno, ovvero il volume minimo registrato sin dallo scorso febbraio. In primo luogo il calo ha colpito gli importatori dell’India e di alcuni altri Paesi asiatici. I dati sono stati pubblicati dall’agenzia Bloomberg, che a sua volta ha citato le fonti del Sistema del tracking globale del traffico marittimo.
La falciata che il Cremlino è stato costretto a dare al proprio commercio petrolifero internazionale è stata legata in piccola parte alle misure restrittive dell’Opec+ che cerca di frenare la caduta dei prezzi. L’Arabia Saudita ha deciso di ridurre il proprio output petrolifero nel periodo luglio-agosto del 2023 di un milione di barili al giorno. La Russia ridurrà la propria produzione di 500.000 barili al giorno per tutto il mese di agosto.
Ma il motivo principale della drastica riduzione delle esportazioni petrolifere russe è legato alla scarsissima disponibilità delle navi petroliere, dopo che la società armatrice indiana, Gatik Ship Management con la sede a Mumbai, accusata di aver violato le sanzioni occidentali, ha perso la possibilità di assicurazione delle proprie navi petroliere. Per molto tempo Gatik è stata la principale società per i trasporti marittimi del greggio russo. Mentre lo scorso aprile Gatik aveva in gestione 42 navi petroliere, all’inizio di luglio il loro numero è sceso a soli quattro tanker vessel. Ultimamente la società di Mumbai è praticamente “sparita dai radar” mentre la sua flotta sta passando sotto una nuova gestione non meglio precisata.
Nel 2022 il G7 ha prescritto il divieto di copertura assicurativa e di finanziamenti a spedizioni di greggio e di derivati petroliferi di origine russa se questi non saranno venduti a prezzi che rispettino il tetto prestabilito, attualmente pari a 60 dollari per un barile. Il 90% del business assicurativo mondiale sul trasporto di petrolio è in mano a compagnie di Paesi del G7. Secondo le accuse di Bruxelles Gatik avrebbe sistematicamente violato il tetto del prezzo stabilito per le esportazioni di greggio russo. In passato le competenti fonti occidentali avevano stimato il valore della flotta petroliera “d’ombra” della Russia in 2,2 miliardi di dollari.
Dopo l’introduzione delle sanzioni restrittive occidentali all’export petrolifero russo, Mosca ha chiuso la pubblicazione sistematica dei dati riguardanti sia la produzione che l’export del greggio. Parallelamente al calo delle vendite all’estero è aumentata la produzione interna russa della benzina e del diesel, che nei primi cinque mesi del 2023 (l’ultimo dato disponibile, N.d.R.) è aumentata rispetto all’analogo periodo del 2022 del 5,3% e del 7,8 per cento.