Mosca e Ankara hanno raggiunto un accordo sulla fornitura di un milione di tonnellate di grano russo alla Turchia che, dopo alcune procedure di trattamento e di lavorazione presso gli stabilimenti turchi, sarà consegnata ai Paesi più bisognosi del mondo. È il risultato più tangibile del recente vertice a Sochi (4 settembre 2023), tra i presidenti della Russia, Vladimir Putin, e della Turchia, Recep Tayyip Erdogan.
L’accordo a tre – le garanzie finanziarie alla Russia sono state offerte dal Qatar – rappresenta una “mini alternativa” all’intesa sul grano ucraino del Mar Nero, terminato il 17 luglio scorso dopo il “no” del Cremlino alla proroga del deal. “Un milione di tonnellate non è molto. La vendita di questo volume di grano non cambierà la situazione dei mercati globali dei generi alimentari, né influenzerà l’andamento delle quotazioni. Ma farà vedere al mondo intero: i problemi dei Paesi che soffrono la fame possono essere risolti senza l’Ucraina”, ha dichiarato al settimanale AIF una fonte presso la delegazione russa al summit Putin-Erdogan.
La firma formale dell’accordo Russia-Turchia-Qatar è stata annunciata la sera del 6 settembre dal vice ministro degli Esteri della Russia, Aleksandr Grushko: “Le parti ora devono concretizzare alcune questioni correlate, che vanno dalle finanze alla logistica, alle rotte marittime sicure e alla scelta dei Paesi-destinatari”, ha detto il diplomatico russo ai giornalisti. Le parole di Grushko hanno fatto seguito alla dichiarazione che il presidente Putin aveva fatto alla conferenza stampa congiunta con Erdogan: “Continuiamo ad organizzare la fornitura di un milione di tonnellate di grano russo a un prezzo preferenziale per la lavorazione in Turchia e quindi il trasporto gratuito nei Paesi più poveri. Contiamo in questo senso sull’aiuto del Qatar, che è pronto a sostenere i Paesi più poveri per motivi umanitari”, ha dichiarato il leader della Russia.
Dopo aver raccolto nel 2022 più di 154 milioni di tonnellate di grano, quest’anno il raccolto cerealicolo in Russia non dovrà essere inferiore a 130 milioni di tonnellate, dei quali 60 milioni di tonnellate saranno destinate all’export.
Gli osservatori internazionali hanno puntato anche sul fatto che la Turchia è andata incontro alla Russia e ha firmato il nuovo accordo senza l’Ucraina, che in precedenza aveva praticamente “gettato nel cestino” il piano di pace che Erdogan aveva elaborato per porre fine al conflitto armato russo-ucraino.