Continua la guerra delle sanzioni tra la Russia e l’Occidente collettivo. Martedì il Cremlino ha messo al bando le importazioni di pesce, di crostacei, di frutti di mare, provenienti dai cosiddetti “Paesi non amichevoli”, ovvero da quelli che hanno appoggiato la politica sanzionatoria antirussa degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Come ha sottolineato un portavoce del Consiglio dei ministri russo “la decisione è stata presa come misura di risposta alle azioni ostili da parte dei Paesi non amichevoli e resterà in vigore fino alla fine del 2023”. Il divieto entrerà in vigore sette giorni dopo la pubblicazione ufficiale del decreto governativo.
Secondo il ministero dell’Agricoltura della Russia la messa al bado delle importazioni di pesce e di altri prodotti di categoria, provenienti dagli Stati Uniti, dal Giappone, dalla Norvegia e da alcuni altri Paesi dell’Unione europea “libererà notevoli nicchie di mercato, che saranno subito occupate dai produttori russi che potranno aumentare la produzione, ampliare la varietà di prodotti, e infine creare molti nuovi posti di lavoro”.
Inoltre Mosca ha aumentato i dazi doganali sulle importazioni di vino prodotto sempre nei Paesi “non amichevoli”. L’aliquota sale dall’attuale 12,5% al proibitivo 20%, ma non potrà essere inferiore a 1,5 dollari per un litro di vino.
La decisione di Mosca colpirà l’industria del vino italiana. Nel 2021-2022 l’Italia si è trovata al primo posto tra i maggiori esportatori di vini verso la Russia, lasciandosi alle spalle la Spagna e la Francia. Dopo aver esportato nel 2021 verso la Russia 112,2 milioni di litri di vino, nel 2022 l’export italiano ha registrato ancora un balzo del +19%, fino a 134,1 milioni di litri. Incomparabili, rispetto alla performace italiana, sono stati i risultati raggiunti dalla Spagna e dalla Francia che rispettivamente nel 20221 hanno venduto in Russia 59,5 milioni di litri e 39,4 milioni di litri, per salire nel 2022 a quota 65,9 milioni di litri e 39,3 milioni. Anche l’anno 2023 per le aziende vinicole italiane in Russia prometteva molto bene: secondo i dati delle Dogane russe, nei primi tre mesi dell’anno l’export di vino italiano verso la Russia è aumentato ancora del 15 per cento.