A più di 60 anni dall'indipendenza Dakar chiede maggiore autonomia
Critiche alla Francia e la promessa di stringere maggiormente i rapporti con i vicini Mali, Burkina Faso e Niger, “I fratelli del Sahel”, paesi retti da giunti militari dopo i recenti colpi di Stato. Il primo ministro senegalese Ousmane Sonko ha preso le distanze da Parigi in un discorso in cui ha parlato anche degli accordi relativi al petrolio e della valuta CFA, storicamente legata al franco, oggi all’euro, e utilizzata in vari paesi africani.
“Più di 60 anni dopo la nostra indipendenza dobbiamo interrogarci sulle ragioni per cui l’esercito francese usufruisce ancora di diverse basi militari nel nostro Paese e sull’impatto di questa presenza sulla nostra sovranità nazionale e sulla nostra autonomia strategica”, ha spiegato Sonko nel corso di una conferenza a Dakar a cui ha partecipato anche Jean-Luc Melenchon, leader del partito di sinistra francese La France insoumise.
Lo riporta Reutes che aggiunge come Sonko abbia espresso a nome del proprio Paese il desiderio di avere una maggiore autonomia che sarebbe incompatibile con la presenza di basi militari straniere: “Molti Paesi hanno promesso accordi di difesa, ma questo non giustifica il fatto che un terzo della regione di Dakar sia oggi occupato da forze straniere”. Attualmente in Senegal ci sarebbero 350 militari francesi.
Per quanto riguarda la valuta CFA, Sonko ha spiegato che vorrebbe una moneta più flessibile ancorata ad almeno due valute per meglio sostenere l’export e la risposta ad eventuali shock.