Serbia: si moltiplicano le proteste contro l’estrazione di litio

Il Governo ordina la costituzione di un gruppo di esperti per analizzare il potenziale impatto delle future miniere sulla salute umana e sull’ambiente naturale.

Zlatko Kokanovic

In Serbia continua a salire di grado la tensione dopo la firma di un memorandum con la Germania sull’avvio dell’estrazione di litio che verrà utilizzato per la produzione di batterie per auto elettriche. A Belgrado si prospetta un fine settimana particolarmente teso. Il presidente dell’Associazione che si oppone al progetto di estrazione del litio “Ne damo Jadar” (Non cederemo il fiume Jadar), Zlatko Kokanovic, ha invitato i cittadini di Belgrado e tutti i cittadini della Serbia a partecipare alla protesta prevista per sabato 10 agosto nella capitale. Kokanovic ha dichiarato all’agenzia d’informazione “Beta” che la manifestazione di Belgrado “non riguarda solo l’apertura della miniera di litio nella valle del fiume Jadar”, e che l’obiettivo è “impedire alle società straniere di aprire miniere in tutta la Serbia”. Le dichiarazioni si riferiscono al memorandum d’intesa sulla produzione di litio, firmato il 19 luglio dal presidente della Serbia, Aleksandar Vucic e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Negli ultimi giorni si sono svolte marce di protesta in 28 città della Serbia e, secondo gli annunci, entro sabato, se ne terranno in altre 19 città del Paese. Secondo gli ambientalisti serbi il Governo sta “cercando di politicizzare” l’intera questione: “Non stiamo pianificando alcuna rivolta. Inizieremo sabato e domenica ci espanderemo in altri punti in tutta la Serbia, il che porterà ad una reazione a catena e ad un effetto domino”, ha dichiarato Kokanovic.

La Serbia dispone di giacimenti strategici di litio e ne potrà estrarre 58.000 mila tonnellate all’anno. In totale, questo quantitativo è ritenuto sufficiente per rifornire di batterie 1,1 milioni di auto elettriche. Vale a dire che la Serbia da sola sarà in grado di sostenere circa il 17% del mercato europeo di veicoli elettrici.

Intanto per tranquillizzare l’opinione pubblica serba, il ministro della Sanità, Zlatibor Loncar, ha annunciato la costituzione di un gruppo di esperti sanitari, che analizzerà il possibile impatto dell’estrazione del litio sulla salute dei cittadini del Paese. Come ha spiegato il ministro della “squadra faranno parte il capo del Dipartimento di igiene, che si occupa dell’inquinamento ambientale, esperti di epidemiologia e molti altri studiosi e medici con una vasta esperienza”.

Miniera no, vita sì