Israele in stato di massima allerta. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu terrà una riunione straordinaria con l’intelligence sulla escalation del conflitto armato in Siria.
Le milizie jihadiste e i ribelli, appoggiati dalla Turchia, hanno compiuto una significativa avanzata nel cuore della città di Aleppo, conquistando quartieri strategici e il municipio. Mentre i gruppi armati dell’opposizione al presidente legittimo della Siria, Bashar al Assad, hanno preso il controllo della seconda più grande città siriana, l’esercito governativo ha ricevuto l’ordine di ritirarsi da Aleppo, la città da 2 milioni di abitanti.
Mentre da tre giorni è in corso un’offensiva dei ribelli jihadisti, si registra un massiccio esodo di civili da Aleppo verso Khanaser e alcune altre aree, considerate ancora “sicure” perché sono sotto il controllo delle forze curde, che finora non hanno preso parte ai combattimenti con i miliziani di Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) e le fazioni loro alleate.
Intensi bombardamenti aerei da parte dell’aviazione militare siriana, appoggiata dai cacciabombardieri delle Forze aerospaziali della Federazione Russa, stanziate in Siria in base agli accordi intergovernativi, hanno cercato di fermare l’offensiva ribelle, colpendo diverse località nel governatorato di Idlib e a nord di Aleppo, ma senza successo.
L’avanzata ad Aleppo rappresenta una delle più significative operazione militari compiute dalle forze ribelli coadiuvate da Ankara negli ultimi quattro anni. Questa nuova fase di scontri fa parte di una vasta operazione ribelle, lanciata il 27 novembre, e destinata a interrompere le linee di rifornimento governative e a consolidare una presenza strategica nel nord-ovest del Paese.
C’è l’impressione che l’attacco dei jihadisti abbia colto di sorpresa sia il presidente siriano, Bashar al Asad, che i consiglieri militari russi. Anche Israele si trova in stato di massima allerta: il primo ministro dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, terrà sabato sera (30 novembre per chi legge) una riunione straordinaria con i rappresentanti dell’intelligence a proposito degli ultimi e quanto preoccupanti sviluppi della situazione in Siria.