Slovacchia importa ogni anno tre miliardi di metri cubi da Gazprom, il colosso russo del gas, coprendo così la maggior parte della sua domanda interna.
È ormai ufficiale: alle 9 del mattino del 1° di gennaio 2025 l’Ucraina chiuderà il rubinetto del gasdotto che per interi decenni ha trasportato del gas naturale russo verso la stessa Ucraina e verso i Paesi europei. Il decreto è stato firmato dal primo ministro ucraino, Denis Shmygal, ed approvato dal presidente, Vladimir Zelensky. Saranno lasciato “a bocca asciutta” i consumatori dell’Europa Orientale senza sbocco sul mare, dall’Ungheria, alla Serbia, mentre il Paese più colpito sarà la Slovacchia, che importa ogni anno tre miliardi di metri cubi di gas naturale da Gazprom, il colosso russo dell’energia, coprendo così la maggior parte della sua domanda interna.
Negli ultimi mesi con l’avvicinarsi della fine del transito, la Slovacchia ha intensificato gli sforzi diplomatici per garantire che i flussi energetici del Paese non vengano interrotti.
Tutto senza successo. L’Ucraina non permetterà più il transito del gas russo attraverso il territorio nazionale dopo la fine di quest’anno, ha annunciato giovedì, 19 dicembre, Zelensky dopo aver incontrato i leader dell’Unione europea a Bruxelles. E questo nonostante il fatto che Kiev ne ricava costantemente entrate miliardarie, permettendo al gas russo di transitare attraverso il suo territorio.
E lunedì, 23 dicembre, il primo ministro della Slovacchia, Robert Fico, si recherà a Mosca per un vertice urgente con il presidente russo, Vladimir Putin, nel corso del quale i due leader discuteranno dei percorsi alternativi per il gas russo. “Se c’è qualcuno che impedirà il transito del gas verso la Repubblica Slovacca, se c’è qualcuno che causerà un aumento dei prezzi del gas nel territorio europeo, se c’è qualcuno che causerà un enorme danno economico all’Unione europea, quello è il presidente Zelensky”, ha tuonato Fico in una conferenza stampa dai toni particolarmente accesi, al termine del vertice dei leader europei a Bruxelles nel corso del quale Zelensky aveva annunciato lo “stop” definitivo del transito del gas russo attraverso il territorio dell’Ucraina.
Secondo molti analisti politici, la drastica decisione di Kiev, è stata proposta e appoggiata dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che così vuole “mettere in riga”, o meglio dire “in ginocchio”, i Paesi troppo “filo-russi” della UE, dalla Slovacchia, all’Ungheria e alla Serbia.