L’analista politico sudafricano, Daniel Silke: “L’ANC deve prepararsi a un risultato potenzialmente inferiore al 50%”.
Oltre 27,6 milioni di elettori sono stati chiamati alle urne mercoledì 29 maggio in Sud Africa per eleggere una nuova Assemblea nazionale (Parlamento) e le legislature locali. Tutti sono d’accordo che quelle di oggi saranno le elezioni legislative più combattute e imprevedibili dalla fine dell’apartheid. Il partito politico ANC, l’African National Congress, al potere da 30 anni, rischia di perdere per la prima volta la maggioranza assoluta in Parlamento.
È un giorno festivo, ma i primi elettori, vestiti molto pesantemente, come richiede una fredda mattinata di inverno australe, hanno sfidato il tempo gelido per prendere posto in coda già all’alba per votare nei seggi. Le urne resteranno aperte dalla 07:00 fino alle 21:00 locali, mentre i risultati definitivi sono attesi per il fine settimana. Il prossimo presidente del Sud Africa sarà eletto a giugno. Il Sud Africa è uno dei Paesi dei BRICS e la scelta del nuovo presidente potrà influenzare le politiche internazionali di Johannesburg.
La complicata procedura richiede che per eleggere i loro deputati gli aventi diritto al voto dovranno segnare ben tre schede elettorali distinte. Par le elezioni parlamentari una scheda di colore blu contiene le liste dei partiti, elaborate a livello nazionale, mentre un’altra scheda arancione, presenta in linea di massima gli stessi partiti ma con l’aggiunta di rappresentanti eletti a livello più locale. Una terza scheda di colore rosa è prevista per eleggere le assemblee provinciali. Come è molto diffuso nei Paesi del Sud Globale, per non permettere i “voti multipli” della stessa persona, i pollici dei votanti verranno colorati con un inchiostro indelebile.
Come ha dichiarato ai giornalisti a Cape Town, alla vigilia del voto cruciale per l’ANC, il Direttore del Centro di analisi politica ed economica, Daniel Silke, “queste elezioni saranno senza dubbio le più imprevedibili dal 1994”. Secondo Silke, a causa della crescente disillusione nei confronti dell’ANC, legata in particolare alla “sua incapacità di garantire la crescita economica e di creare posti di lavoro”, ma anche di ridurre la povertà, garantire la fornitura di acqua ed elettricità anche ai ceti meno abbienti, di combattere la criminalità dilagante, il partito dominante, che in Parlamento uscente controlla 230 su 400 seggi, deve prepararsi a “un risultato potenzialmente inferiore al 50%”.
Infine, anche a causa per modo di dire del “gelo invernale” – a Johannesburg ci sono +18 gradi – si teme una bassa affluenza alle urne, che negli ultimi due decenni è scesa dall’89% (1999) al 66% nelle ultime elezioni del 2019.