Sud Africa: elezioni generali, in forse la vittoria del Congresso nazionale africano

Con molta probabilità il partito ANC, al potere nel Paese sudafricano negli ultimi 30 anni, dovrà cercare di stringere un accordo con l’opposizione per formare un Governo di coalizione

Cyril Ramaphosa

Mercoledì, 29 maggio, in Sud Africa si vota per eleggere una nuova Assemblea nazionale e le legislature locali. Circa 28 milioni di aventi diritto al voto saranno chiamati alle urne nelle settime elezioni generali dalla fine dell’apartheid. In tutto il Paese un totale di 23.292 seggi elettorali saranno aperti dalle 7:00 alle 21:00 locali. In base alla Costituzione sudafricana sarà l’Assemblea nazionale a scegliere il prossimo presidente che resterà in carica per cinque anni. Per tradizione alla presidenza viene eletto il leader del partito che riesce a conquistare più voti di tutti gli altri.

Per la prima volta nella storia del Sud Africa alle elezioni possono partecipare anche dei candidati indipendenti. Gli elettori riceveranno tre schede invece di due, ciascuna delle quali richiederà la scelta di un partito o di un candidato. Due scrutini serviranno per eleggere l’Assemblea nazionale e il terzo per eleggere i membri della legislatura provinciale in ciascuna delle nove province del Paese africano. La Commissione elettorale del Sudafrica ha autorizzato l’ammissione di 14.889 candidati.

Proprio all’ultimo momento, il 20 maggio, la Corte costituzionale del Sud Africa ha dichiarato “ineleggibile” l’ex presidente Jacob Zuma, che in precedenza aveva annunciato la sua candidatura alle elezioni dopo aver fondato un nuovo partito politico, uMkhonto weSizwe (letteralmente “Lancia della nazione”).

Negli ultimi 30 anni al potere nel Paese africano, ovvero sin dall’elezione di Nelson Mandela nel 1994, si è trovato il Congresso nazionale africano (African National Congress, ANC). Secondo i sondaggi d’opinione pubblica, nel 2024, per la prima volta nell’epoca trentennale post-apartheid, l’ANC rischia di essere bocciato dall’elettorato e di non ottenere la maggioranza assoluta dei 400 seggi che compongono l’Assemblea nazionale.

Come ricorda la stampa locale “negli ultimi quattro cicli elettorali la quota di voti raccolti dal partito di governo è gradualmente diminuita: l’ANC è passato dal 69,7% e i 279 seggi ottenuti nel 2004 al 65,9% e 264 seggi del 2009, per poi scendere al 62,1% (249 seggi) del 2014 e infine al 57,5% (230 seggi) nelle elezioni del 2019”. Secondo i risultati degli ultimi sondaggi il sostegno dell’ANC alle urne non dovrebbe superare il 40 per cento.

Negli ultimi anni i vertici dell’ANC si sono trovati coinvolti in una serie di scandali di corruzione, che nel 2018 costrinsero l’allora presidente, Zuma, a rassegnare le proprie dimissioni. Qualora l’ANC dovesse fallire nel suo nuovo tentativo di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, il partito sarebbe costretto a cercare di stringere un accordo con le attuali opposizioni per formare un Governo di coalizione. Secondo gli analisti sudafricani l’alleanza più probabile sarebbe quella con il Partito della Libertà Inkata (Inkatha Freedom Party, IFP), precedentemente noto come Movimento di Liberazione Culturale Nazionale Inkata (Inkatha National Cultural Liberation Movement), fondato nel 1975 da Mangosuthu Gatsha Buthelezi, ex leader della Lega giovanile dell’ANC, che rappresenta in modo particolare gli interessi del popolo zulu e che gode di un forte consenso nella provincia del KwaZulu-Natal.

Se, invece, l’ANC dovesse riuscire – per puro miracolo – a ottenere la maggioranza assoluta, è molto probabile che il presidente uscente, Cyril Ramaphosa, leader del partito e alla guida del Paese dopo le dimissioni di Zuma, venga rieletto a capo dello Stato dalla nuova Assemblea nazionale. Infine esiste una possibilità molto scarsa, che gli elettori boccino l’ANC in tronco e che l’ex partito di Mandela venga completamente estromesso dal prossimo Governo.