Sudan, il generale Burhan sarebbe pronto a negoziare

Abdel Fattah al-Burhan, leader dell’esercito sudanese apre a un possibile dialogo con le forze ribelli. Il conflitto è iniziato lo scorso aprile e vede opposte le forze armate regolari sudanesi (SAF) guidate da al-Burhan, e le Forze per il sostegno rapido (RSF), una milizia paramilitare guidata dal generale Mohammed Hamdan Dagalo. Loro stessi, al tempo sodali, erano stati protagonisti di un colpo di stato nell’ottobre 2021.

In una intervista alla BBC riportata dall’ANSA, Burhan si sarebbe detto disposto a negoziare se il suo rivale rispetterà gli impegni di protezione dei civili “Siamo pronti ad avviare negoziati se la leadership di queste forze ribelli ha il desiderio di ritornare in sé e di ritirare le sue truppe dalle aree residenziali per tornare nelle caserme, allora ci siederemo con qualcuno di loro…”.

Purtroppo quelle del leader sudanese sono viste da molti come frasi di circostanza. Lui stesso solo poche ore prima, parlando alle Nazione Unite (dove cerca legittimazione), aveva chiesto di inserire l’RSF tra le organizzazioni terroriste accusando i rivali di “uccisioni, roghi, stupri, saccheggi, torture, traffico di armi e droga, impiego di bambini-soldato…”, come riporta Il Manifesto. Lo stesso Burhan sarebbe stato protagonista, come documentato dall’ONU e da alcune ONG, di bombardamenti aerei indiscriminati su zone densamente abitate.

I due uomini combattono da aprile una brutale guerra civile che Secondo l’ONU ha causato 5.000 morti e 5 milioni di sfollati.