Svizzera: braccio di ferro tra agricoltori, autorità e ONG per la protezione della fauna selvatica

Nel periodo tra il dicembre 2023 e il gennaio 2024 in Svizzera sono stati abbattuti 32 lupi

Dall’introduzione dell’ordinanza sulla caccia nel dicembre 2023, in Svizzera sono già stati abbattuti 32 lupi. I permessi, rilasciati ai cacciatori, devono proteggere il bestiame.  Lo ha dichiarato giovedì 25 gennaio il Consigliere federale, Albert Rösti. “Rispetto all’analogo periodo della stagione scorsa le cifre sono in ribasso, e non è una situazione sostenibile per l’agricoltura di montagna se dobbiamo ancora contare perdite nonostante misure di protezione”, ha detto Rösti in un’intervista, aggiungendo che “la popolazione, gli agricoltori, le loro greggi devono sentirsi protetti”.

La caccia ai lupi ha suscitato aspre proteste dell’Associazione svizzera per la tutela del lupo, CHWOLF, che ha definito le autorizzazioni di abbattimento “illegittime” e ha presentato ricorsi alle autorità di vigilanza contro alcuni cantoni tra cui Ticino, Grigioni, San Gallo, Vallese e Vaud.

In una nota, l’Associazione ha sottolineato che “le licenze di tiro rilasciate dai singoli cantoni sono illegittime e i lupi già uccisi sono stati abbattuti illegalmente”. Secondo CHWOLF, con la sua attuale politica di abbattimento, la Confederazione elvetica “viola la volontà popolare e anche la Convenzione di Berna”. Quest’ultima, ratificata da 46 Paesi europei e non, stabilisce che il “lupo è una specie strettamente protetta”. All’inizio di gennaio l’Associazione ha presentato anche un ricorso presso la Convenzione di Berna contro gli abbattimenti, autorizzati dalle autorità federali.

E i primi risultati della lotta di CHWOLF non si sono fatti attendere: il Tribunale amministrativo federale (TAF) della Svizzera ha sospeso i “tiri” in Vallese e nei Grigioni.