La formazione politica UDC vorrebbe presentare il disegno di modifica costituzionale già nella primavera del 2024, raccolte 110.000 firme
E’ stato uno dei cavalli di battaglia dell’UDC (Unione democratica di centro, ma il partito è rappresenta a dispetto del nome una formazione di destra nazionalista) prima delle ultime, vittoriose, elezioni. Ora si vuole passare ai fatti: combattere l’immigrazione mettendo un tetto alla popolazione della Confederazione elvetica.
10 milioni di svizzeri, questo sarebbe il tetto entro cui contenere la crescita demografica della Svizzera secondo una campagna lanciata la scorsa estate e ora il deputato dell’UDC Thomas Matter, spiega che sono già state più di 110.000 firme valide e autenticate con cui sostenere la modifica costituzionale per cui serve coinvolgere prima le Camere federali e poi il popolo attraverso un referendum. L’obiettivo sarebbe quello di presentare un disegno già tra marzo e aprile 2024.
“L’iniziativa per la sostenibilità: No a una Svizzera da 10 milioni!” vorrebbe inserire nella Costituzione della confederazione un articolo che riguarda lo “sviluppo demografico sostenibile” che di fatto limiterebbe per legge la popolazione, attualmente di 9 milioni di abitanti, entro i 10 milioni prima del 2050. La popolazione della Svizzera cresce di circa 70.000 persone ogni anno, incremento dovuto sostanzialmente all’immigrazione.
Al raggiungimento dei 9,5 milioni di abitanti, il Governo dovrebbe adottare una serie di misure, in particolare riguardanti l’immigrazione e l’asilo. Da quel momento le persone ammesse provvisoriamente in Svizzera non potranno avere un permesso di soggiorno, ma nemmeno diritto di dimora e domicilio e tantomeno la nazionalità svizzera. E se questo non dovesse essere sufficiente si passerebbe all’annullamento dell’accordo con l’Unione europea sulla libera circolazione delle persone.
Questo servirebbe, secondo l’UDC, a migliorare la protezione dell’ambiente e, secondo quanto riporta il sito web della TV svizzera: “La conservazione duratura delle basi naturali della vita, dell’efficienza delle infrastrutture, dell’assistenza sanitaria e delle assicurazioni sociali svizzere”.
Chiaramente non tutta l’opinione pubblica e le associazioni elvetiche sono d’accordo con questa proposta. L’ANSA cita, per fare esempio, il capo economista dell’Unione svizzera dei datori di lavoro: “C’è una crescita demografica, ma il fatto che la popolazione svizzera tenda a voler lavorare a tempo parziale significa che abbiamo bisogno dell’immigrazione se vogliamo mantenere il nostro livello di prosperità”.