Svizzera-Russia: tornano a parlare i ministri degli Esteri

Il capo della diplomazia della Confederazione Elvetica, Ignazio Cassis, telefona al ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov: i due si sono scambiati opinioni sul conflitto ucraino

Serghej Lavrov (a sinistra) e Ignazio Cassis (foto d'archivio)

Con molta cautela la Svizzera vuole riassumere lo storico ruolo di mediatore nel conflitto russo-ucraino che è stato il tema centrale di un colloquio telefonico, avvenuto tra il consigliere federale per gli Affari esteri, Ignazio Cassis, e il ministero degli Esteri (MID) russo, Serghei Lavrov.

Come ha reso noto il Dipartimento stampa del MID “le due parti hanno scambiato opinioni sul conflitto ucraino. Il ministro Lavrov ha spiegato in dettaglio la posizione russa sulla risoluzione della situazione”, si legge nel comunicato. Durante la discussione, Lavrov ha ribadito “l’inammissibilità dell’espansione della NATO verso est, che è una delle cause principali della situazione attuale”. “In questo contesto, è stata riaffermata la volontà della Russia di adottare tutte le misure necessarie per garantire la propria sicurezza”, si precisa ancora dopo.

La conversazione telefonica tra i vertici diplomatici della Confederazione Elvetica e della Federazione Russa aveva preceduto di poche ore la conferenza stampa annuale del presidente russo, Vladimir Putin, nel corso del quale il titolare del Cremlino ha sottolineato che la Russia è pronta a negoziare con l’Ucraina ma anche l’altra parte deve essere pronta sia a dialogare che scendere ai compromessi costruttivi. “Abbiamo sempre detto che siamo pronti sia per i negoziati che per i compromessi. È solo che l’altra parte si è rifiutata di negoziare. Siamo sempre pronti. Il risultato di questi negoziati è sempre un compromesso. È necessario che l’altra parte sia pronta sia per i negoziati che per i compromessi”, ha detto Putin.

In questo contesto dopo la conversazione telefonica Cassis-Lavrov Mosca ha sottolineato che “alla luce dei tentativi di Berna di promuovere l’idea di una soluzione basata sulla formula Zelensky la parte russa enfatizza l’assoluta insensatezza di rivolgersi a Mosca con qualche ultimatum concordato dietro le quinte tra l’Occidente e Kiev per risolvere la questione”.

Oltre all’Ucraina i ministri della Svizzera e della Russia hanno anche discusso della “situazione all’interno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e i modi per prevenire un ulteriore deterioramento dell’Organizzazione, le cui riunioni sono diventate un altro terreno di scontro tra la Russia e l’Occidente”.

Da parte sua il Dipartimento degli Affari esteri della Confederazione Elvetica ha precisato che la conversazione telefonica si era resa necessaria per la “possibile presidenza della Svizzera all’OCSE”. Come ricordano i media svizzeri le relazioni di tradizionale amicizia e di rispetto reciproco tra la Russia e la Svizzera “si sono fortemente deteriorate dall’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina nel febbraio del 2022”. La Confederazione Elvetica, un Paese storicamente “neutrale” questa volta ha adottato sanzioni contro la Russia e ha ospitato due cosiddetti “vertici di pace” organizzati dall’Ucraina e che hanno promosso soltanto gli interessi ucraini, dai quali la Russia era stata esclusa.

All’inizio di novembre, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha avuto la sua prima conversazione telefonica in oltre due anni con il Presidente russo Vladimir Putin, provocando le ire dell’Ucraina.