Svizzera: un giro di vite contro i falsi “profughi” ucraini

Il Consiglio degli Stati della Confederazione Elvetica accoglie due mozioni per contrastare forme di “turismo abusivo” da parte dei profughi ucraini e limitare i beneficiari

Benedikt Würth (a sinistra) e Esther Friedli

Il Consiglio degli Stati, una delle due Camere del Parlamento svizzero che rappresenta i cantoni, ha accolto il 12 giugno due mozioni, volte a ridurre le spese della Confederazione Elvetica per i finti “profughi” ucraini. La prima mozione, presentata dal deputato centrista, Benedikt Würth, prevede che lo “statuto di protezione S” deve poter essere ritirato o non rinnovato in determinate circostanze. È passata anche una seconda proposta, quella di Esther Friedli, deputato del Gruppo democratico di Centro (UDC) che “vuole limitare i beneficiari a chi viene da regioni dell’Ucraina occupate dalla Russia o toccate direttamente dal conflitto”. Inoltre Friedli ha proposto di non concedere (e di togliere, se già concesso) lo “statuto di protezione S” a coloro che provengono dalle regioni ucraine, lontane dal fronte di battaglia.

Secondo i deputati svizzeri lo “statuto di protezione S” è diventato una miniera d’oro per migliaia di ucraini: garantisce il diritto di soggiorno, di alloggio, di assistenza, di accesso alle cure mediche e di scolarizzazione dei bambini. Lo statuto ha validità di un anno, estendibile fino a 5, e permette il ricongiungimento famigliare e di recarsi all’estero e tornare in Svizzera senza autorizzazione di viaggio. I titolari dello “statuto di protezione S” possono inoltre, senza termine d’attesa, esercitare un’attività lucrativa (anche indipendente).

Si è scoperto, scrive la stampa svizzera, che “fra i profughi ucraini, ce ne sono tanti che rinunciano alla protezione in Svizzera, beneficiano di un aiuto finanziario non indifferente per il rientro in patria e dopo qualche settimana tornano a bussare alle porte della Confederazione Elvetica, ottenendo nuovamente il permesso”. Questo fenomeno, bollato in Svizzera come “turismo ucraino” genera costi non trascurabili. In base alla proposta di Würth, lo “statuto S” dovrà essere tolto a chi “si allontana dal territorio elvetico oltre un certo periodo, a che ha beneficiato di un contributo per tornare in Ucraina o ha ottenuto la protezione in maniera abusiva”.