SWIFT: il dollaro non si arrende

La lotta dei Paesi del gruppo BRICS contro l’egemonia del dollaro sarà un’impresa ardua. Lo dimostrano i risultati dei pagamenti internazionali nel 2023, appena pubblicati dagli analisti dello SWIFT, il sistema globale per lo scambio di informazioni interbancarie e finanziarie (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, SWIFT).
“Nel mese di luglio 2023 la quota del dollaro USA nella struttura dei pagamenti globali è cresciuta dalla media precedente del 42% a quota record del 46,46%”, hanno annunciato gli esperti del sistema SWIFT. Invece l’euro sta cedendo le proprie posizioni: dopo aver “controllato” in giugno 2023 il 31,25 di tutte le transazioni, il mese successivo la quota dell’unica valuta di 20 Paesi europei è crollata al 24,42 per cento. “Si tratta dell’indice più basso in tutta la storia delle analisi condotte dallo SWIFT”, hanno sottolineato gli analisti del sistema interbancario.
Il fanalino di coda della trojka delle valute più usate nel mondo, è stata la sterlina britannica, la cui quota nei calcoli internazionali alla fine di luglio è salita al 7,63% contro il 6,88% del mese precedente. Le quote appartenenti allo yen giapponese e allo yuan cinese sono state pari rispettivamente al 3,51% e al 3,06 per cento.
In precedenza Leslie Maasdorp, CEO della New Development Bank (NDB), l’istituto di credito costituito dai cinque Paesi del gruppo BRICS, aveva dichiarato che “nonostante i piani del Brasile, della Russia, dell’India, della Cina e del Sudafrica di aumentare drasticamente la quota dei pagamenti reciproci denominati in valute nazionali, il dollaro rimarrà ancora per molto la principale valuta dei pagamenti tra gli Stati del Gruppo. La situazione non cambierà neanche in un futuro prevedibile; la valuta statunitense rimarrà ‘programmata nel DNA’ della banca”.