"Nikkei": la realizzazione di un progetto in India “sarà decisamente meno oneroso per l'azienda taiwanese sul piano finanziario”
Dopo aver “sottratto” alla Cina alcuni maggiori produttori tecnologici, tra cui Apple, l’India ha messo la parola “fine” anche sui piani del Giappone di avere sul proprio suolo una fabbrica innovativa di semiconduttori.
Il più grande produttore a contratto di semiconduttori e di microchip al mondo “Taiwan Semiconductor Manufacturing Corp.” (TSMC), ha deciso di rinunciare ai piani di costruire uno stabilimento proprio in Giappone, per “concentrarsi invece su un partenariato tecnologico con l’India”.
Come scrive il quotidiano giapponese “Nikkei” la realizzazione di un analogo progetto in India “sarà decisamente meno oneroso per l’azienda taiwanese sul piano finanziario”. Inoltre, a differenza dell’India, il Giappone soffre di una grave carenza di manodopera per le produzioni altamente tecnologiche.
Secondo le fonti di “Nikkei” il produttore di microchip taiwanese ha già “comunicato al gruppo finanziario giapponese “SBI Holding” di “non essere più disponibile ad assumere i rischi legati al partenariato che era stato inizialmente siglato dalle due società per realizzare uno stabilimento di microchip nella prefettura giapponese nord-orientale di Miyagi”.
Parallelamente TSMC ha annunciato che fornirà all’indiana “Tata Group”, uno dei maggiori conglomerati industriali e tecnologici dell’Asia meridionale, sia la tecnologia che il supporto logistico, indispensabili per la costruzione di uno stabilimento di chip in India.
Come ha ricordato “Nikkei”, TSMC, dispone già di un suo stabilimento in Giappone, nella prefettura di Kumamoto, che dovrà entrare in funzione entro la fine del 2024.