Nuovo capitolo giudiziario aperto nei confronti di Donald Trump: l’ex presidente è accusato, con i figli Donald Jr. e Eric, di aver gonfiato il patrimonio familiare di 3,6 miliardi di dollari. La frode consiste nell’aver fornito formazioni finanziarie fasulle, ingannando così banche e assicurazioni, è quanto stabilito dal giudice di New York Arthur Engoron facendo seguito a quanto affermato in precedenza dal procuratore generale Letitia James. Il processo è fissato per il 2 ottobre e non avrà una giuri popolare.
Il giudice Engoron ha anche ordinato la cancellazione dei certificati che consentono ad alcune aziende dell’ex presidente, tra cui la Trump Organization, di operare a New York e ha anche stabilito la nomina di un curatore fallimentare per le stesse.
Come sempre la replica di Donald Trump arriva attraverso il suo social network, Truth, su cui ha commentato: “una grande compagnia è stata diffamata e calunniata da questa caccia alle streghe politicamente motivata” ha detto aggiungendo che si tratta non solo di un attacco alla sua persona ma anche a tutta la sua famiglia. “Quello di oggi è una contestazione al mio status di candidato favorito all’elezione come Presidente degli Stati Uniti… è terribile constatare come la sinistra radicale dei democratici non si fermerà davanti a niente per impedire a me di diventare e a tutta l’America di avermi come presidente”.
Un giudice “che odia Trump oltre addirittura la procuratrice generale Letitia James”, scrive, lamentando la mancanza di una giuria e rivendicando la correttezza del suo operato.
Tanto più, precisa, che le sue dichiarazioni finanziarie non comprendevano il “suo asset più pregiato, il mio brand” e recavano una “clausola che limita la responsabilità”, una clausola in cui si invita a “non fare affidamento” a quanto in esse contenuto.