Trump, in arrivo la quarta incriminazione: “è quello che mi serve”
Donald Trump nelle prossime ore riceverà con ogni probabilità la quarta incriminazione. Nel frattempo il tycoon continua a cavalcare la situazione: “Cosa mi serve per la certezza della rielezione? Una quarta incriminazione”.
Nelle prossime ore in Georgia si deciderà se l’ex presidente dovrà essere processato anche per aver tentato di alterare i risultati delle elezioni del 2020. Trump è già stato indagato per il “caso” Stormy Daniels, per i documenti sottratti all Casa Bianca e ritovati nella sua residenza di Mar-a-Lago (37 capi di imputazione solo in questo processo) e infine per l’assalto a Capitol Hill.
Intanto continua a rilasciare dichiarazioni che scaldano il suo elettorato, si pone come la vittima sacrificale dell’establishment e “bombarda” con slogan il suo elettorato e l’opinione pubblica attraverso il suo social network privato “Truth”.
Nelle scorse ore Tanya Chutkan, giudice distrettuale di Washington, nel corso dell’udienza preliminare sull’assalto a Capitol Hill, ha spiegato al tycoon che “il diritto alla libertà di parola non è assoluto” facendo capire la sua intenzione di emettere un provvedimento per limitare la divulgazione delle prove per la necessità di proteggere i testimoni ed evitare altre interferenze nel processo.
Lo stesso Trump – nel suo gioco dialettico – ha sempre anticipato le imputazioni a sua carico, corroborando quella che ormai è ormai da tempo la sua strategia principale: sfruttare i guai giudiziari per serrare le fila del suo elettorato.
Strategia che sta funzionando visto che è lui il leader indiscusso nella corsa alle Primarie repubblicane, come dimostrato anche dal bagno di folla – e consensi – ottenuti in Iowa nelle scorse ore quando Trump ha oscurato il principale sfidante, Ron De Santis, visitando l’importante fiera agricola di uno degli stati tradizionalmente schierati a favore del Partito Repubblicano.
Al momento i sondaggi danno Trump al 44% dei consensi contro il 20% del Governatore della Florida.