Oltre all’Ucraina, che a partire da oggi rischia di perdere 500 milioni di dollari al mese, il blocco dell’accordo sul grano del Mar Nero colpirà molto duramente in primo luogo l’Unione Europea, la Cina e anche la Turchia. Lo ha dichiarato a titolo dell’anonimato all’agenzia stampa Tass una fonte “molto ben informata” del Governo di Ankara.
“Qualora l’accordo dovesse essere annullato realmente e del tutto – ha dichiarato la fonte – dovremmo prepararci a una rapida crescita dei prezzi internazionali dei cereali, il processo che colpirà duramente i Paesi della Ue, in primo luogo la Germania, ma anche la Cina e la Turchia”. Questa conclusione, ha sottolineato l’interlocutore dell’agenzia Tass, è legata al fatto secondo cui nei 12 mesi passati proprio questi Paesi hanno accumulato la maggior parte del grano ucraino, esportato grazie all’accordo, firmato il 22 luglio del 2022 a Istanbul dalla Russia, dall’Ucraina, dalla Turchia e garantito dalle Nazioni Unite.
Oggi Mosca ha detto che non ci sono più validi motivi per una quarta proroga dell’accordo dal momento che la parte relativa all’export agroindustriale russo “non è mai stata implementata”. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha anche dichiarato che soltanto il 4% del grano ucraino è stato inviato ai Paesi più bisognosi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, mentre la parte del leone sarebbe finita nei magazzini dei Paesi occidentali.
L’esperto turco ha detto “di aspettarsi una crescita vertiginosa dei prezzi dei cereali sui mercati globali”, il che diventerà uno dei problemi più acuti per molti Paesi e anche per l’Ucraina che si troverà di fronte a un buco del bilancio da mezzo miliardo di dollari. “Lo sarà un problema anche per i Paesi africani, ma in proporzione decisamente minore, perché in tutti questi mesi hanno ricevuto veramente una misera parte del grano ucraino”, ha dichiarato l’esperto.
Prima di partire oggi per una tournée politica per i Paesi del Golfo Persico, il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato ai giornalisti di “aver fatto tutto e anche di più” per salvare l’accordo sul grano. “L’iniziativa del Mar Nero, che sta per compiere un anno della vita, entrerà nella storia come vittoria della diplomazia. Grazie all’iniziativa sono stati esportati oltre 33 milioni tonnellate di prodotti agricoli”, ha detto il leader della Turchia.
Il 17 luglio Mosca ha annunciato che “di fatto, l’accordo sul grano del Mar Nero ha cessato di funzionare oggi”. Tutte le garanzie di sicurezza sono state immediatamente richiamate. “Sfortunatamente la parte relativa alla Russia di questi accordi ancora non è stata attuata, quindi la sua validità è terminata. Non appena la parte russa degli accordi sarà soddisfatta, la Russia ritornerà immediatamente all’attuazione dell’accordo”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.
Dal canto suo il presidente della Turchia ha dichiarato di credere che Putin vorrebbe permettere al deal di continuare a funzionare. “Credo che il mio amico Putin voglia che questo ponte umanitario continui a funzionare e terrò i colloqui con il presidente russo non appena ritornerò dal tour”, ha sottolineato Erdogan, secondo il quale “l’accordo sul grano potrebbe rientrare in vigore già ad agosto dopo le consultazioni con Putin”.