Turchia: Banca centrale ha confermato il tasso di riferimento al 50%

La Banca centrale di Turchia, come atteso, ha lasciato inalterato il tasso di riferimento (one week repo rate) al 50 per cento. Si tratta dell’ottava decisione consecutiva, che conferma il costo del denaro al livello più alto dal 2002. Questa mossa arriva mentre l’Istituto centrale ha registrato in ottobre il rallentamento della corsa dei prezzi sullo sfondo di contrazione della domanda interna che sta contribuendo ad attenuare le pressioni inflazionistiche.

La Banca centrale della Turchia, guidata dal febbraio del 2024 da Fatih Karahan (nella foto) cerca di frenare l’inflazione annuale che in ottobre è stata pari al 48,5%, in rallentamento rispetto al 49,4% in settembre, mentre il target, fissato dal Regolatore per un periodo di tempo a medio termine, non dovrebbe superare il 5 per cento. Ci si aspetta che alla fine del 2024 il tasso d’inflazione dovrebbe scendere a quota del 44% e a quota del 21% alla fine dell’anno prossimo.

La Banca centrale della Turchia ha sottolineato il proprio impegno per una politica monetaria restrittiva, con l’obiettivo di ridurre l’inflazione mensile attraverso una combinazione tra la gestione della domanda interna, l’apprezzamento reale della lira turca e il risanamento della situazione economica e finanziaria del Paese in generale. Si prevede che anche il coordinamento della politica fiscale svolgerà un ruolo vitale nel rafforzare la tendenza disinflazionistica.

“Una politica monetaria e creditizia rigida sarà conservata fino a quando non sarà registrato una stabile e costante riduzione dell’inflazione di base mensile, mentre le aspettative inflazionistiche non coincideranno con le previsioni del Regolatore”, ha scritto la Banca centrale della Turchia in un comunicato stampa.

In um mercato di Istanbul, in Turchia, i commercianti devono incollare ogni settimana cifre nuove, più alte e disegnate a mano, sui banner dei prezzi, stampati in tipografia. (foto: Shutterstock)