Turchia e Bielorussia escono dal Trattato CFE sulle forze armate convenzionali in Europa

Il Cremlino: l’allargamento della NATO verso i confini della Russia ha "ucciso" il Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa

Venerdì nero per l’architettura della sicurezza in Europa post Guerra Fredda. Il 5 aprile del 2024 altri due Paesi, la Turchia e la Bielorussia, hanno annunciato la “sospensione” della loro partecipazione allo storico Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa, noto anche come il “Trattato CFE” (Treaty on Conventional Armed Forces in Europe, CFE Treaty).

Le mosse di Ankara e di Minsk hanno fatto seguito alle analoghe decisioni degli Stati Uniti, dei Paesi europei e della Russia, che dopo aver “sospeso” la propria partecipazione nel 2007, ha annunciato il proprio ritiro formale nel novembre del 2023, accusando gli Stati Uniti di “aver minato la sicurezza in Europa negli anni successivi alla Guerra Fredda con l’allargamento dell’Alleanza atlantica verso l’Est”.

Il Trattato CFE fu inizialmente firmato a Parigi il 19 novembre del 1990 dai 16 Paesi membri del blocco NATO e dai 6 Paesi dell’ex-Patto di Varsavia. Il Trattato stabilì un sostanziale equilibrio nel campo di armi convenzionali tra i Paesi dell’Ovest e quelli dell’Europa Orientale, limitando considerevolmente tutte le categorie chiave di forze armate non nucleari, dai carri armati e veicoli blindati, agli aerei ed elicotteri da combattimento e all’artiglieria.

Firmato un anno dopo la caduta del muro di Berlino, il Trattato CFE era stato concepito per impedire a entrambe le parti della Guerra Fredda di accumulare forze per una rapida offensiva contro l’altra in Europa. Si può dire che la firma del Trattato, molto impopolare tra i militari russi poiché attenuava il vantaggio dell’Unione Sovietica nelle armi convenzionali, fu imposta dagli Stati Uniti al leader sovietico di allora, Mikhail Gorbaciov.

La Russia ha sospeso la partecipazione al Trattato CFE nel 2007, ha completamente interrotto la partecipazione attiva nel 2015, mentre poco più di un anno dopo l’inizio del conflitto armato con l’Ucraina, a maggio del 2023, il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che denunciava il Trattato. “Il Trattato CFE è stato concluso alla fine della Guerra Fredda, quando sembrava possibile la formazione di una nuova architettura di sicurezza globale ed europea basata sulla cooperazione e sono stati fatti i tentativi appropriati”, ha scritto in un’comunicato il ministero degli Esteri russo, secondo cui la “spinta degli Stati Uniti per l’allargamento della NATO, l’ingresso nella NATO della Finlandia e della Svezia, tutti questi fattori hanno portato i Paesi dell’alleanza ad aggirare apertamente le ‘restrizioni di gruppo’ del Trattato CFE che in realtà è morto da tempo”.