Il partito d'opposizione CHP conquista 15 città in Turchia
“Chi governa Istanbul governa la Turchia”, amava ripetere Recep Tayyip Erdoğan, alla guida del Paese da 20 anni.
E per questo tanto si era speso per riconquistare Istanbul, in mano a Ekrem Imamoglu, del Partito Popolare Repubblicano (CHP). Invece gli elettori hanno voltato le spalle a Erdogan e Imamoglu sta per essere rieletto con 10 punti di vantaggio sul candidato del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) Murat Kurum, il candidato sostenuto dal presidente con ormai la maggioranza dei seggi scrutinati. Anche la capitale Ankara rimane al CHP che trionfa anche in altre 15 amministrazioni locali.
Il segretario del CHP ha così commentato la vittoria: “Oggi i nostri elettori hanno preso una decisione molto importante, hanno deciso di stabilire una nuova politica in Turchia. Il CHP ha ottenuto un risultato storico e ha deciso come governare il nostro Paese e i nostri comuni”.
Quella delle elezioni amministrative del 31 marzo si profila coma la peggiore sconfitta per Erdogan e l’AKP dopo più di due decenni al potere.
Il presidente ha definito come “punto di svolta” la tornata, “Purtroppo non abbiamo potuto ottenere il risultato che volevamo alle elezioni”.
A pesare sulla sconfitta, secondo gli analisti, ci sono fattori legati all’inflazione che sta mettendo in ginocchio l’economia del Paese e che incide pesantemente sulla vita della popolazione, in particolare nelle grandi città, a cui si aggiunge, nel caso di Istanbul, la popolarità del candidato uscente, Ekrem İmamoğlu, 54 anni, che ha saputo superare qualche disavventura giudiziaria (per l’opposizione pensata proprio per limitarlo) e ora è lanciato come probabile avversario di Erdogan alle elezioni politiche del 2028.
Ancora più netta è la vittoria ad Ankara con Mansur Yavaş, anche lui sindaco uscente, che vince con un distacco superiore ai 20 punti; il CHP ha vinto anche a Smirne, terza città della Turchia, così come ad Adana e Mersin e persino a Bursa, storico feudo dell’AKP.