Turchia: maxi scambio di prigionieri tra gli USA e la Russia

L’operazione, che ha coinvolto 26 persone, detenute in sette Paesi, è stata coordinata dall’Agenzia di intelligence della Turchia

Evan Gershkovich

Si è svolto la sera del giovedì, 1 agosto in Turchia, lo scambio dei prigionieri tra gli Stati Uniti e la Russia, più numeroso della storia. Lo scambio è stato effettuato all’aeroporto di Esenboga, a nord-est della capitale turca Ankara, sotto il coordinamento dell’Agenzia di intelligence turca (MIT). Gli Stati Uniti né la Russia hanno voluto commentare l’operazione, ma secondo alcune fonti “ben informate”, l’operazione ha visto coinvolgere anche il giornalista del “Wall Street Journal”, Evan Gershkovich, e l’ex marine statunitense, Paul Whelan, entrambi accusati in Russia di spionaggio e condannati tutt’e due a 16 anni di carcere.

“Oggi ha avuto luogo un’operazione di scambio di detenuti sotto il coordinamento della nostra organizzazione”, ha fatto sapere il MIT, citato dalla stampa turca. “Abbiamo svolto un importante ruolo di mediazione in questa operazione, che è la più ampia degli ultimi tempi”, ha aggiunto un rappresentante dei servizi segreti di Ankara.

Lo scambio di prigionieri tra gli Stati Uniti e la Russia, mediato dalla Turchia, ha coinvolto complessivamente 26 persone e sette Paesi: gli USA, la Russia, la Germania, la Polonia, la Slovenia, la Norvegia e la Bielorussia. Come ha scritto l’agenzia di stampa turca “Anadolu”, nel corso dell’operazione è stato effettuato il trasferimento di 10 persone, tra cui due minori, in Russia, di 13 in Germania e di tre persone negli Stati Uniti. Oltre a Gershkovich e a Whelan sono rientrati nello scambio di prigionieri il mercenario tedesco, catturato in Ucraina, Rico Krieger, i dissidenti russi, Ilya Yashin e Vladimir Kara-Murza. In Russia sono tornati alcuni agenti del Servizio di sicurezza (FSB), tra cui Vadim Krasikov, condannato all’ergastolo in Germania con l’accusa di aver assassinato l’ex comandante dei separatisti ceceni, Zelimkhan Khangoshvili. Nel febbraio del 2024, durante un’intervista al giornalista americano, Tucker Carlson, il presidente russo, Vladimir Putin senza fare il nome, lo ha definito come “vero patriota” del suo Paese.