L’Unione europea e la Nuova Zelanda hanno firmato nei giorni scorsi un accordo per il libero scambio. L’accordo è arrivato dopo alcuni anni di negoziati ed è stato firmato dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal primo ministro neozelandese Chris Hipkins.
Secondo le dichiarazioni congiunte i risultati questo accordo porteranno a un aumento degli scambi del 30% nel giro di un decennio. Si stima che l’export verso Wellington possa aumentare fino a 4,5 miliardi di euro l’anno e al tempo stesso gli investimenti dell’Unione aumentare dell’80%. In questo contesto le imprese europee dovrebbero guadagnare circa 140 milioni ogni anni a causa del taglio nei dazi.
L’UE è attualmente il terzo partner commerciale della Nuova Zelanda e gli scambi di merci tra i due soggetti sono cresciuti costantemente negli ultimi anni arrivano a sono cresciuti costantemente, arrivando a oltre 9 miliardi di EUR nel 2022.
Con l’accordo verranno liberalizzati e agevolati scambi e investimento con grandi opportunità sia pre le imprese che per i consumatori. Entrando più nello specifico saranno eliminati tutti i dazi sulle principali esportazioni dell’UE quali carni suine, vini, cioccolato, prodotti a base di zuccheri, sarà aperto il mercato dei servizi della Nuova Zelanda nei settori finanzia, telecomunicazioni, trasporto marittimo e servizi di consegna.
Sarà poi garantito un vicendevole trattamento non discriminatorio negli investimenti e sarà protetti quasi 2000 vini e liquidi alcolici dell’UE comeProsecco, Polish Vodka, Rioja, Champagne e Tokaji. A questi si aggiungono formaggi come Asiago, Feta, Comté, Queso Manchego,, prosciutto Istarski pršut, , Lübecker Marzipan, olive Elia Kalamatas… In generale verranno implementate azioni che agevolino l’interscambio.
Proseguono invece i negoziati per un secondo accordo che sarebbe decisamente più importante, ovvero quello con l’Australia. Secondo quanto riporta Il Foglio in questo caso si è molto più lontani da un’intesa visto che da Canberra fanno sapere che vorrebbero invece avere la liberta di utilizzare nomi protetti per generi alimentari prodotti in loco oltre ad avere un accesso significativo ai mercati agricoli europei. E’ tuttavia essenziale per Bruxelles arrivare a cooperare più strettamente con l’Australia, in particolare per quanto riguarda l’accesso alle terre rare.