Accordo fra Paesi membri ed Europarlamento per limitare alcune esportazioni agricole ucraine, ma non quelle di frumento e orzo
È contro i principi di “solidarietà” europea con l’Ucraina, ma le proteste degli agricoltori che da molti mesi stanno sconvolgendo il Vecchio Continente non hanno lasciato scampo a Bruxelles. Nella notte tra martedì e mercoledì 20 marzo l’Europarlamento, in una riunione straordinaria a Strasburgo, in risposta alle tensioni sorte negli ambienti dell’agricoltura, ha deciso di estendere fino al 5 giugno del 2025 l’esenzione dai dazi la produzione agricola ucraina, esportata verso l’Unione europea, ma ha anche concordato per le prima volta la “limitazione dell’export verso l’Europa di alcuni prodotti agricoli dall’Ucraina esenti da dazi”.
L’accordo prevede tutta una serie di “meccanismi di salvaguardia dei mercati e dei produttori europei” su prodotti “più sensibili” come avena, mais, zucchero, miele, uova e pollame. Da questi meccanismi sono stati esclusi – contrariamente alle richieste di molti deputati del Parlamento europeo – frumento e orzo. L’Europarlamento si è anche riservato il diritto di “intervenire urgentemente, per abolire l’esenzione da dazi, qualora l’export agricolo ucraino dovesse causare problemi per i mercati interni della UE”.
Gli agricoltori europei da tempo puntano il dito accusatore contro i flussi incontrollati di prodotti ucraini. Essi – hanno denunciato – “deprimono i prezzi locali, segnatamente nei Paesi che confinano con l’Ucraina”, e rappresentano una “concorrenza sleale” dal momento che gli ucraini non devono rispettare e non rispettano per niente gli standard “verdi”, introdotti da Bruxelles.
Come ha ricordato l’agenzia stampa AFP “la questione sta alimentando la rabbia dei contadini segnatamente in Polonia, dove nelle ultime settimane gli agricoltori scontenti hanno bloccato i valichi di frontiera con Ucraina e Germania”.