L’Unione europea potrà annunciare il varo di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia nella prima metà di ottobre, o un po’ più tardi, al summit UE-USA, in programma nella seconda metà del mese prossimo (la data esatta non è ancora stata annunciata). Come ha scritto l’agenzia statunitense Bloomberg citando “alcune fonti ben informate” il 12° pacchetto potrà sottoporre alle sanzioni il settore IT della Russia, le esportazioni russe di gas naturale liquefatto (GNL) e l’industria nucleare del Paese.
L’introduzione delle sanzioni contro il settore nucleare della Russia è stato più volte chiesto a Bruxelles dalla Polonia e dalle tre repubbliche baltiche ex sovietiche, che lo scorso gennaio avevano già proposto di includere nel decimo pacchetto le sanzioni contro l’agenzia nucleare Rosatom e i suoi top manager. L’Ungheria, dove Rosatom sta costruendo la centrale nucleare di Paksh ha opposto resistenza alla decisione drastica.
Infine, secondo Bloomberg, il dodicesimo pacchetto di sanzioni potrà contenere anche una serie di provvedimenti, volti a “limitare la possibilità della Russia di sfuggire alle sanzioni occidentali, trovando delle scappatoie in Turchia oppure negli Emirati Arabi Uniti”.
Dal canto suo il Cremlino ha esteso fino alla fine del 2024 l’embargo imposto alle esportazioni verso la Russia dai “Paesi non amichevoli” di molti tipi di generi alimentari. La vittima “più illustre italiana” dell’embargo russo è il parmigiano. Invece il vino italiano alle primissime posizioni in Russia non è stato toccato.
Anche gli Stati Uniti hanno annunciato il 17 settembre un nuovo giro di vite contro il Cremlino: più di 150 aziende e persone sono state inserite dai Dipartimenti di Stato e del Tesoro statunitensi in un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. “Lo scopo dell’azione è quello di limitare la capacità produttiva della Russia nel settore della difesa”, ha dichiarato James O’Brien, capo dell’Ufficio di coordinamento delle sanzioni del Dipartimento di Stato.
Ma questa volta la scure di Washington si è abbattuta anche su alcune società turche, finlandesi e russe che gli USA credono “aiutino Mosca a rifornirsi di componenti elettronici statunitensi ed europei”. In “lista d’attesa” delle future sanzioni americane è stata inserita anche una società degli Emirati Arabi che “starebbe fornendo ingegneria e tecnologia al progetto russo di gas naturale liquefatto nell’Artico”.