Il “Park Fire” ha già distrutto circa 150.000 ettari di foreste californiane: i vigili del fuoco non sono in grado di domare le fiamme e nelle chiese si prega per l’arrivo di un clima più umido
La California brucia: un gigantesco incendio incontrollabile nel nord di questo Stato meridionale americano è diventato uno dei più grandi mai registrati. Nel giro di soli quattro giorni il cosiddetto “Park Fire” (rogo boschivo) ha ridotto in ceneri circa 1.500 chilometri quadrati di foreste, sterpaglie e campi, costringendo alla fuga più di 4.200 abitanti locali.
Venerdì 26 luglio il governatore della California, Gavin Newsom, ha dichiarato lo stato d’emergenza in due delle contee coinvolte nell’incendio. In diverse altre contee, dove abitano circa 9.000 persone, sono stati diramati ordini d’evacuazione. Finora l’incendio ha distrutto più di 160 edifici per la maggior parte abitazioni private. I danni causati alla natura sono inestimabili.
Secondo le indagini preliminari della procura della contea di Butte il rogo sarebbe “di origine dolosa” la causa dell’incendio. La polizia ha arrestato un uomo di 42 anni con l’accusa di “aver appiccato l’incendio spingendo un’auto in fiamme in un burrone”.
Le previsioni non promettono nulla di buono: si teme che malgrado gli sforzi dei 2.500 persone tra i vigili del fuoco e i volontari l’incendio continui a estendersi.
Questo enorme incendio ha riesumato nella memoria storica della popolazione locale l’incendio più letale della storia della California nel quale sei anni fa morirono 85 persone.
Il rogo boschivo genera un’enorme colonna di fumo grigio e denso visibile dallo spazio, come hanno riferito gli astronauti a bordo della Stazione orbitante internazionale ISS.
“Le condizioni estreme di questo incendio continuano a rappresentare una sfida per i vigili del fuoco. Per il momento è solo al 10% sotto controllo”, ha scritto il Dipartimento per le foreste e per la protezione anti-incendi della California (Cal Fire), secondo cui l’unica speranza resta l’arrivo delle piogge. In diverse chiese americane durante le Sante Messe i preti hanno letto preghiere, auspicando l’arrivo di un periodo umido.