Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden è stato ascoltato in riferimento all’indagine in corso relativa ai documenti classificati da lui detenuti nella sua casa di Wilmington (Delaware), e nell’ufficio di un think tank di Washington a lui collegato. I documenti risalgono al periodo tra il 2009 e il 2017, quando Biden ricopriva la carica di vicepresidente.
Come comunicato da Ian Sams, portavoce dell’ufficio legale della Casa Bianca, l’interrogazione di Biden è stata volontaria e si è svolta nell’arco di due giorni concludendosi il 9 ottobre. Il presidente e l’Amministrazione “stanno collaborando e, come opportuno, abbiamo fornito pubblicamente gli aggiornamenti rilevanti, per essere più trasparenti possibile, coerentemente con la preservazione dell’integrità dell’indagine”, ha spiegato ancora Sams.
Biden si sarebbe detto sorpreso dalla scoperta di materiale “sensibile” nella sua abitazione esprimendo la convinzione che alla fine sarebbe stato riconosciuto come materiale irrilevante. E’ in ogni caso chiaro l’imbarazzo della Casa Bianca, se non altro perché la vicenda ricorda molto quella dei documenti segreti scoperti nella casa di Donald Trump a Mar-a-Lago (Florida). Fatto per cui il tycoon è stato formalmente indagato.