USA decidono l’assegnazione al Vietnam dello status di “economia di mercato”

I produttori americani temono la concorrenza vietnamita e stanno insabbiando il processo

Ted Osius

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha avviato la procedura per stabilire, se “riconoscere al Vietnam lo status di ‘economia di mercato’”. Qualora la decisione drastica, fortemente osteggiata da diversi settori dell’economia statunitense, in primis dal settore siderurgico e dalla pesca, dovesse essere presa, sarebbe abbattuta la maggior parte di “barriere” che ostacolano il commercio tra i due Paesi, o meglio dire frenano le esportazioni del Vietnam verso gli USA.

Negli ultimi anni l’economia del Vietnam è cresciuta a passi da gigante sia per quel che riguarda la produzione dei beni di consumo, che per le tecnologie sofisticate, dal momento che molte aziende internazionali stanno trasferendo le proprie produzioni dalla Cina in altri Paesi dell’Asia, tra cui il Vietnam, che nel 2023 è diventato il secondo maggiore produttore ed esportatore di scarpe nel mondo, dopo la Cina e prima dell’Italia.

Come hanno scritto i giornali americani “per Washington la scelta è molto difficile: da una parte c’è la lotta per i consensi delle lobby industriali americane in vista delle elezioni presidenziali del novembre prossimo, dall’alta pesano gli obiettivi geostrategici del Paese nel sud-est asiatico, che vanno dalla lotta contro la crescente influenza della Cina all’avvicinamento del Vietnam all’orbita delle alleanze statunitensi nell’Indo-Pacifico”.

Se Washington decidesse di negare al Vietnam lo status di “economia di mercato”, la decisione sarebbe dettata non dalla reale situazione economica di questo emergente Paese asiatico, bensì dai motivi puramente interni della campagna elettorale in corso in America che vede il presidente, Joe Biden, in una posizione sempre più debole rispetto al suo rivale, l’ex titolare della Casa Bianca, Donald Trump. “Il Vietnam è già un’economia di mercato”, ha scritto l’ex ambasciatore degli USA in Vietnam, Ted Osius, direttore dello US-ASEAN Business Council, in un lungo articolo del titolo “Perché dovremmo occuparci delle economie del Sud-Est asiatico?” (Why Should We Care About Southeast Asian Economies?). L’US-ASEAN Business Council è un’organizzazione molto influente, che promuove lo sviluppo dei legami economici e commerciali tra gli Stati Uniti e l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), composta da 10 Paesi: Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Myanmar (ex Birmania), Malaysia, Singapore, Thailandia e Vietnam.

Lo scorso anno il presidente Biden ha visitato il Vietnam, e per l’occasione i due Paesi hanno elevato le relazioni a “partenariato strategico comprensivo”. A pochi giorni dalle audizioni al Dipartimento del Commercio, il Vietnam aveva avvertito che lo status di un’economia “non di mercato” che grava su Hanoi non giova allo sviluppo delle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti. E nel pieno della guerra commerciale tra Washington e Pechino il primo ministro vietnamita, Pham Minh Chin, ha sollecitato la decisione ricordando alla parte americana l’“importanza del Vietnam appunto per la diversificazione delle catene di fornitura dalla Cina”.