Il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si sono incontrati a Bangkok.
Gli Stati Uniti e la Cina hanno avuto un una lungo confronto in cui si è discusso dei temi più caldi della politica internazionale, in particolare la crisi del Mar Rosso e Taiwan. A Bangkok, in Tailandia, si sono incontrati per due giorni Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale americano, e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Potrebbe far seguito a questo incontro anche un contatto telefonico tra i presidentI Joe Biden e Xi Jinping che potrebbe avvenire “nei prossimi mesi”.
Secondo una nota diffusa dalla Casa bianca al termine dei colloqui tra Sullivan e Wang, il 27 gennaio, questo tipo di faccia a faccia approfonditi è ”un modo importante per gestire responsabilmente la competizione e le tensioni, ci permette di entrare profondamente nel merito e di avere una conversazione strategica e ponderata sulla direzione delle relazioni e sulle questioni chiave che entrambi i Paesi devono affrontare”.
Sullivan e Wang hanno fatto il punto sui progressi compiuti, tra cui la ripresa delle comunicazioni militari, l’avanzamento della cooperazione bilaterale in materia di lotta al traffico di droga e relativi alla gestione della sicurezza e dei rischi dell’AI. “Benché gli Stati Uniti e la Cina siano in competizione, entrambi i Paesi devono evitare che la situazione si trasformi in un conflitto o in uno scontro”, ha sottolineato Sullivan.
Le parti hanno poi discusso di politica internazionale e della situazione in Ucraina, in Medio Oriente e nel Mar Rosso, a Taiwan, nel Mar Cinese Meridionale e in Birmania. Sullivan ha ribadito che “gli Stati Uniti restano impegnati nella politica di una sola Cina, guidata dal Taiwan Relations Act. Ha indicato che gli Stati Uniti si oppongono a cambiamenti unilaterali dello status quo da entrambe le parti, che non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan e che ci aspettiamo che le differenze tra le due sponde dello Stretto siano risolte pacificamente”.
In particolare, per quanto riguarda il Mar Rosso, gli Stati Uniti hanno sottolineato le “azioni irresponsabili” dell’Iran che “esacerbano le tensioni e l’instabilità regionale, anche sostenendo gli attacchi degli Houthi contro le navi civili nel Mar Rosso”. Sullivan ha voluto sottolineare l’importante ruolo che Pechino con la sua influenza su Tehran può avere nella questione.
Anche Pechino ha definito l’incontro “franco e sostanzioso” mentre secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, si è parlato anche dei potenziali rischi legati a un’eventuale futura elezione di Donald Trump che sembra pronto a scatenare una vera e propria guerra economica a Pechino. Secondo indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal starebbe pensando addirittura a dazi del 60% sulle merci cinesi.