Dopo aver subito perdite miliardarie, i giganti del tech e molte altre aziende statunitensi da Amazon a Meta, da McDonald’s a Microsoft hanno detto di “no” ai programmi DEI (diversità, equità, inclusione).
Si sta sgretolando “l’agenda” globale del 21mo secolo, dalla transizione energetica ai programmi di diversità, equità e inclusione, che in teoria puntavano a creare una cultura e un ambiente che rispetti i diritti di tutti e a evitare discriminazioni, ma che in realtà hanno costretto il business ad assumere dipendenti incompetenti e apertamente anti sociali pur per rispettare nei collettivi dei lavoratori le “consigliate percentuali e proporzioni di persone con handicap, obese, rappresentanti di LGBT+ e così via”.
Nel momento in cui le tensioni interne tra i dipendenti in molte aziende hanno assunto proporzioni pericolose, mentre le perdite finanziarie, causate da lavoratori poco competenti ma impossibili di licenziare, hanno totalizzato parecchi miliardi di dollari, i giganti del tech e molte altre aziende degli Stati Uniti, da quella di commercio elettronico Amazon di Jeff Bezos, a Meta (casa madre di Facebook, Instagram e WhatsApp) di Zuckerberg, da Microsoft a Zoom fino ad aziende come McDonald’s, Ford, Walmart, Harley Davidson che si sono sbarazzati delle loro politiche per la diversità.
Per il momento Apple è in controtendenza. Ma si prospetta un durissimo braccio di ferro tra il management dell’azienda di Cupertino con a capo il Ceo, Tim Cook, che ha raccomandato agli azionisti di “votare contro la proposta del think tank conservatore National Center for Public Policy Research (NCPPR)”
Gli esperti del NCPPR, uno dei più autorevoli think tank degli USA, fondato nell’ormai lontano 1982, hanno sottoposto al voto degli azionisti di Apple una proposta “per abbandonare i programmi DEI”, secondo un documento di Apple presentato venerdì, 10 gennaio, all’autorità federale USA preposta alla vigilanza delle borse valori (SEC). Secondo i conservatori del NCPPR, “i programmi espongono le aziende a potenziali azioni legali”, a seguito di una sentenza del 2023 della Corte Suprema contro la “discriminazione positiva nelle università”: secondo i giudici “alcuni studenti erano stati favoriti in quanto appartenenti a minoranze di vario tipo”.
La proposta del think tank sarà sottoposta al voto degli azionisti durante l’assemblea generale annuale di Apple il 25 febbraio. Intanto il CdA dell’azienda di Cupertino ha accusato i conservatori di voler “microgestire” Apple: “La proposta vuole, in modo inappropriato, limitare la capacità di Apple di gestire le proprie operazioni aziendali ordinarie, le persone, i team e le strategie”, si legge in una nota dei top manager di Apple.
Per il momento Tesla e il suo patron, Elon Musk, non hanno ancora assunto una posizione in merito. Ma sembra parlare molto chiaro il sostegno, che Muck ha garantito al partito tedesco di destra “Alternativa per la Germania” (AfD) e personalmente al suo leader e candidato per la prossima cancelleria tedesca, Alice Weidel, che al Congresso dell’AfD sabato, 11 gennaio, ha dichiarato: “Nel caso in cui il nostro partito dovesse vincere le prossime elezioni del 23 febbraio, l’AfD annuncerebbe subito la fine della transizione energetica e l’uscita della Germania dalla politica climatica dell’Unione europea. Naturalmente, rimetteremo in funzione le centrali nucleari e investiremo in reattori di nuova generazione adatti al futuro”, ha sottolineato la candidata cancelliera del partito, per il quale intende votare almeno il 22% degli elettori tedeschi.