USA mettono al bando l’uranio russo

Gli Stati Uniti lanciano una nuova offensiva nella guerra commerciale contro la Russia. Il Congresso, la Camera dei rappresentanti del Parlamento statunitense, ha approvato una proposta di legge che vieta le importazioni di uranio russo per le centrali nucleari americane. La legge rimarrà in vigore fino al 2040 e potrà essere sospesa solo in base a una decisione congiunta del ministero dell’Energia, del Segretario di Stato e del ministero del Commercio per la “mancanza di altre fonti di uranio per garantire il funzionamento sicuro dei reattori delle centrali nucleari negli Stati Uniti”.

La misura è stata votata sia dai deputati del partito democratico che dai repubblicani. Saranno messe al bando le importazioni di uranio a basso arricchimento proveniente dalla Russia a partire da tre mesi dopo l’entrata in vigore della legge.

Secondo i dati dell’Amministrazione statunitense per le informazioni sull’energia (EIA), le centrali nucleari degli Stati Uniti sono alimentate prevalentemente dall’uranio d’importazione di cui nel 2022 il 12% di questa commodity è arrivata dalla Russia. La trojka dei maggiori fornitori di uranio agli Stati Uniti è composta del Canata, del Kazakhstan e della Russia. Nel 2023 gli USA hanno più che raddoppiato le importazioni di uranio dalla Russia: in ottobre le società americane hanno importato in totale oltre 176 tonnellate di uranio, mentre le importazioni dalla Russia sono state pari a 43,25 tonnellate (62,8 milioni di dollari). Sempre nel mese di ottobre dopo un’interruzione durata 7 mesi è stato ripristinato l’import di uranio cinese: gli USA ne hanno importato 25,4 tonnellate per una cifra totale di 43,4 milioni di dollari.