Da sei settimane l'UAW aveva portato 45.000 lavoratori a incrociare le braccia contro i colossi statunitensi dell'automotive
Il sindacato americano dei metalmeccanici United Auto Workers (UAW) ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la Ford per il rinnovo dei contratti. Si tratta di un “agreement” ancora preliminare: sarà sottoposto ai lavoratori che decideranno poi se ratificarlo o meno, ma è un passo in avanti verosimilmente decisivo che arriva dopo un interminabile sciopero durato 6 settimane.
“Annuncio un’importante vittoria nello sciopero, oggi abbiamo raggiunto un accordo provvisorio con la Ford – ha spiegato Shawn Fain il leader del sindacato – Per mesi abbiamo detto che profitti record significano contratti record. Il nostro sciopero ha dato i suoi frutti”.
Lo scorso 15 settembre 45.000 iscritti all’UAW che lavorano per i grandi costruttori di automobili d Detroit: Ford, General Motors e Stellantis (Chrysler) avevano incrociato le braccia chiedendo aumenti salariali e altri benefit. Quello con Ford è il primo accordo nel triplo braccio di ferro tra sindacato e costruttori e gli operai di Ford torneranno subito al lavoro.
Esulta Joe Biden, che era sceso al fianco dei lavoratori: “Mi congratulo con l’UAW e la Ford per essersi riunite dopo una dura trattativa in buona fede e per aver raggiunto stasera uno storico accordo benché provvisorio – ha spiegato il President degli Stati Uniti – Questo prevede un aumento record per i lavoratori dell’auto che hanno sacrificato così tanto per garantire che le nostre iconiche Big Three possano ancora guidare il mondo in termini di qualità e innovazione”.
Per il presidente è una vittoria per la classe media, una delle forze fondanti degli USA: “Ho sempre creduto che la classe media abbia costruito l’America e che i sindacati abbiano costruito la classe media – ha spiegato ancora Biden – Questo vale soprattutto per i lavoratori dell’UAW, che hanno costruito un’industria americana iconica. Il potere dei lavoratori è fondamentale per costruire un’economia dal centro e dal basso verso l’alto, invece che dall’alto verso il basso”.