Il potere legislativo degli Stati Uniti è in stallo, i deputati non possono prendere in esame nessun provvedimento, e il partito Repubblicano è in crisi profonda
Steve Scalise si ritira dalla corsa a speaker della Camera statunitense. I Repubblicani lo avevano appena nominato mercoledì 11 ottobre, ma sole 24 ore più tardi, in seguito a un nuovo incontro tra i deputati del partito Repubblicano, Scalise non è riuscito a trovare i 217 voti a proprio sostegno, che gli servivano per l’elezione. E questo perché i sostenitori del suo sfidante, Jim Jordan, dell’Ohio, hanno rifiutato di appoggiarlo.
Durante un breve incontro con i giornalisti, lo stesso Scalise ha confermato la sua rinuncia alla successione di Kevin McCarthy, che era stato clamorosamente rimosso la settimana scorsa con una mozione di sfiducia. Per gli osservatori il “no” di Scalise rappresenta un ulteriore segnale delle profonde divisioni interne ai Repubblicani, che ora dovranno cercare di trovare un nuovo candidato bipartisan.
Parlando con i giornalisti Scalise ha riconosciuto l’esistenza nel partito Repubblicano “di divisioni da risolvere” che non gli avrebbero permesso di ottenere abbastanza voti per essere eletto. Ha anche detto che intende restare leader della maggioranza alla Camera. I deputati Repubblicani hanno convocato una nuova riunione per venerdì mattina (la sera in Europa) per decidere come procedere. Secondo alcune indiscrezioni i repubblicani potrebbero ritornare alla candidatura di Tom Emmer del Minnesota, o dello stesso Jordan, ma per ora non è assolutamente chiaro chi verrà scelto al posto di Scalise e nella situazione attuale è veramente velleitario fare previsioni.
Come ha scritto il quotidiano Washington Post, la “situazione sta lasciando la Camera in una situazione di stallo: al momento il potere legislativo non può prendere in esame nessun provvedimento, né per evitare un possibile altro shutdown a metà novembre, né per dare sostegno a Israele durante il conflitto con Hamas”.
Il passo indietro di Scalise ha lasciato la Camera senza uno speaker e i repubblicani nel caos. Scalise, che ha 58 anni, è al Congresso dal 2008 e dal 2014. L’italoamericano è il leader della maggioranza alla Camera, un ruolo meno importante rispetto a quello di speaker. Nel 2017 Scalise fu ferito alla gamba da un attentatore che aveva sparato contro alcuni deputati Repubblicani per protestare contro l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump.